InTreno. Acqua e roccia, in viaggio dall’Isola del Liri ai monti attorno Sora

Foto Isola del LiriIl treno regionale lascia Arpino, inoltrandosi nella valle del fiume Liri e sostando a Isola del Liri e a Sora. Il confine tra il Lazio e l’Abruzzo è sempre più vicino e già si nota un netto cambiamento nel paesaggio. La natura acquista i colori della flora appenninica e l’altitudine aumenta man mano che si procede nell’interno.

 

Un paese sul Liri

La sosta a Isola del Liri è obbligatoria. E’ un antico borgo medievale che sorge su un’isola fluviale e i romani, che per primi vi si stabilirono, da qui controllavano il transito sulla Via Latina. Questo importante asse stradale consentiva di raggiungere velocemente Roma e l’entroterra e per secoli i longobardi, i bizantini e i signori locali lottarono per il controllo del fortilizio sul fiume Liri. Dal XII al XIV secolo la cittadina fu governata dalla locale famiglia dei Dell’Isola, mantenendo una certa autonomia fino all’estensione del casato. Tra il 1797 e il 1799, durante la stagione rivoluzionaria partenopea, i giacobini napoletani occuparono il centro abitato e commisero uno degli eccidi più efferati di quegli anni. Nella chiesa di San Lorenzo Martire si rifugiarono circa cinquecento persone per sfuggire agli eserciti rivoluzionari: furono trucidati senza pietà. La fama di Isola del Liri è legata all’imprenditore francese Carlo Lefebvre di Pontarlier, che negli anni venti dell’Ottocento vi aprì le prime cartiere. Lo sviluppo industriale fu rapido e dirompente. Accanto alla carta, si produceva anche lana e feltro: il primo lanificio fu inaugurato dai fratelli Clemente e Vittorio Simoncelli nel 1805. La città ha un altro primato: è stato uno dei primi comuni italiani ad avere centrali elettriche per soddisfare i bisogni energetici privati e pubblici. Le crisi economiche e le due guerre mondiali non minarono l’assetto economico di Isola del Liri e, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il centro industriale riprese a funzionare, spostando la produzione sul mobilio e sul tessile.

 

Roccia ed acqua

La stazione di Sora dista pochi chilometri da Isola del Liri. Il toponimo ha origini antiche, risalenti agli avi indoeuropei: deriva dal termine Sor, ovvero roccia e acqua, in riferimento al monte San Casto, che sovrasta la città, e il fiumi Liri che lo attraversa. La sua posizione geografica le conferì una notevole rilevanza strategica. Venne fondata dai Volsci, fu occupata dai Sanniti, divenendo infine un municipio romano nel 303 a.C. Agli albori del medioevo i longobardi e i bizantini si contesero l’intero territorio di Sora e i centri vicini, come Isola del Liri, e, quando i Normanni giunsero nel Meridione, la conobbe un periodo di stabilità. A partire dal 1443 la città fu un ducato e il casato dei Boncompagni vi regnò fino alla fine del Settecento quando, nel 1796, il re Ferdinando IV di Napoli lo acquistò. In epoca moderna Sora divenne un importante centro industriale, tra i più vivaci del Sud Italia, grazie agli investimenti borbonici, prima, e italiani, successivamente. Tuttora ospita annualmente l’omonima fiera artigianale, che attira migliaia e migliaia di visitatori.

 

Il treno regionale riparte dalla stazione di Sora, superando rapidamente la piccola fermata di Copre – San Vincenzo Ferreri. Il confine tra Lazio e Abruzzo è lì. Lasciata la valle del Liri, si giunge nell’appenninica conca del Roveto, in pieno territorio aquilano. Le prime asperità montane iniziano a palesarsi nel dolce paesaggio sorano.

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Alfredo Incollingo

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