InTreno. Da Roccasecca ad Arpino, nei borghi di San Tommaso e di Cicerone

 

La Ferrovia del Liri, così è stata battezzata la linea ferroviaria Roccasecca – Avezzano. Percorre infatti l’omonima valle laziale e quella del Roveto, in Abruzzo, costituendo nel passato un’importante direttrice per i collegamenti appenninici. In due ore è possibile infatti raggiunge Cassino e Avezzano e da queste località la costa adriatica e quella tirrenica, scavalcando gli alti Appennini.

 

Dove nacque l’Aquinate

Un treno regionale sta per partire nella stazione di Roccasecca, che si trova a qualche chilometro di distanza dal paese. La sua posizione geografica privilegiata ha fatto dell’antico borgo medievale un centro abitato di notevole rilevanza strategica: dal castello si può infatti dominare buona parte della valle del fiume Liri. Per secoli il casato dei conti D’Aquino regnò indisturbato su Roccasecca: era una nobile famiglia di cavalieri e di uomini d’arme, dedito alla guerra e alla ricerca di bottini di guerra sempre più grandi. Tommaso, che nacque a Roccasecca nel 1225, non ne volle sapere di prendere le armi per partecipare a tornei cavallereschi o a battaglie campali. Voleva farsi frate, perchè sentiva che Dio lo avesse chiamato a quella vita, e dimostrava una netta propensione  per lo studio. San Tommaso D’Aquino dovette fuggire dai suoi agi e dal suo casato per poter vivere serenamente la sua vocazione alla santità e alla teologia. Quando si evoca Roccasecca, la memoria corre subito al pensiero di questo gigante della filosofia occidentale e medievale.

 

Arce, crocevia di re e di imperatori

Si parte. Il treno regionale sosta a Colfelice prima di arrivare a Arce. Ne ha vista di storia questo piccolo centro del frusinate! Le sue origini sono antichissime e sono tuttora ignote. Nel 702 il duca longobardo Gisulfo di Benevento lo sottrasse all’Impero Bizantino, subendo poi i continui saccheggi delle bande ungare e saracene. I normanni del conte Riccardo di Anversa giunsero qui nel 1058 e tennero Arce fino al 1191, quando l’imperatore Enrico VI occupò il borgo. Federico II di Svevia, tornando dalla Terra Santa, assedio il castello nel 1230 e fu sottratto al figlio, Manfredi, dagli Angioini nel 1265. Per secoli Arce fu un crocevia di eserciti e di condottieri, non solo nel medioevo, ma anche in età moderna. I francesi della Repubblica Partenopea si rifugiarono qui dopo la fine della stagione rivoluzionaria napoletana e durante il Risorgimento Giuseppe Garibaldi usò Arce quale base d’appoggio per la sua campagna nel Mezzogiorno.

 

Nella patria di Cicerone

Cos’hanno in comune Cicerone e Marco Vipsiano Agrippa? La comune origine. Sono infatti nativi di Arpino, una delle stazioni principali della Ferrovia del Liri. L’antico insediamento dei Volsci venne occupato dai romani nel 303 a.C., al termine delle guerre sannitiche. Divenne uno dei più ricchi municipi dell’Italia centrale e qui, in età diverse, nacquero il retore Cicerone, un protagonista assoluto della cultura romana, e il generale Marco Vipsiano Agrippa, un fedele consigliere dell’imperatore Ottaviano Augusto. La fama di Arpino è legata indissolubilmente alla loro memoria. Nell’Alto Medioevo le sue solide mura furono un rifugio per quanti fuggivano dalle scorrerie dei longobardi e dei saraceni. Come la vicina Arce, fu contesa per secoli dagli Svevi, dagli Angioini e dalle grandi famiglie feudatarie del circondariato. Le sue possenti difese costituivano un baluardo indispensabile per allontanare la minaccia di aggressioni esterne.

Il treno regionale si addentra nella Valle del Liri, verso Sora, nell’affascinante paesaggio dell’Appenino centrale, a confine tra Lazio e Abruzzo. Solo il treno, come racconta Paolo Rumiz, ci permette di arrivare in terre meravigliose, ma sconosciute e nascoste a occhi indiscreti.

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Alfredo Incollingo

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