Soldati, famiglie, amicizie si accomunarono nel dolore per la perdita di più di settecentomila soldati, come testimonia questo passo del libro “Introduzione alla Vita Mediocre” di Arturo Stanghellini, autore pistoiese colpevolmente rimosso dalla cultura ufficiale, in cui parla dell’annuncio ai soldati della fine della guerra: “ Nessuno sul principio ha parlato, nessuno ha sorriso. Avevamo tutti gli occhi rivolti al passato, alla lunga via seminata di croci. Nessuno ha saputo sorridere. I fortunati hanno fatto questo regalo ai morti, di non sorridere. In Italia cantavano, ballavano, si ubriacavano. Lassù, tra i monti del Trentino nel freddo meriggio di novembre, quelli che dalla pace avevano resa sicura la giovinezza e la vita, non hanno nemmeno sorriso.”
Oggi più che mai è fondamentale commemorare il ventiquattro maggio, in risposta ad una politica europea che vuole distruggere la nostra identità, coadiuvata dalla meschinità del governo Renzi. Oggi più che mai, contro la svendita delle nostre ricchezze e dei nostri orgogli all’estero, diventa necessario commemorare chi diede la vita, cantando “Non passa lo straniero”.