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L’intervista. Claudio Risé: “Maschile e selvatico? Uguale politicamente scorretto”

by Candida Morvillo*
16 Aprile 2015
in Cultura
2

maschio-selvatico-2-rise[1]Il futuro è delle donne, più intelligenti, più sensibili, multitasking… Quante volte avete sentito questi refrain? Lo psicoterapeuta Claudio Risé parla di «character assassination del genere maschile». E di «una vasta campagna di denigrazione tesa a distruggere credibilità e reputazione di un intero gruppo sociale ». Come è potuto accadere? E come se ne esce? Lo specialista lo spiega in Il maschio selvatico 2 (Edizioni San Paolo), un saggio rieditato e aggiornato che da 23 anni è un cult book e che, ora che il delitto è sotto gli occhi di tutti, pone nuove domande e offre nuove risposte. Di seguito, cinque spunti.

Perché rimpiangere il maschio selvatico? L’uomo ha cominciato a star male, fisicamente e psicologicamente, dice Risé, quando si è allontanato dalla natura, sposando uno stile di vita robotico. Il “selvatico” teorizzato da Risé è invece capace di un appassionato rapporto con l’ambiente incontaminato, «non per ragioni estetiche o di performance sportiva» ma perché vi trova «pienezza e benessere fisico, spirituale e creativo». L’allontanamento dalla wilderness avrebbe minato anche i rapporti fra i sessi: «Nelle antiche saghe, il selvatico vede la fanciulla in una radura, se ne innamora e la prende sul suo carro: questa immediatezza oggi è aborrita dentro relazioni costruite dalla A alla Z, intellettualizzate, mentre l’amore è la scoperta dell’altro dentro di te, è il bosco dove scopri la bambina a cui vuoi bene».

Perché parlare del maschile è diventato “politicamente scorretto”?

Quando nel 1992 Risé pensò il suo primo Maschio Selvatico, molti provarono a dissuaderlo. «Un editore mi suggerì di scrivere piuttosto un libro sul pene, poiché le performance sessuali potevano ancora interessare il sistema mediatico» ricorda. Ma qual è lo specifico maschile che disturba? La risposta fa riflettere: «I moderni sistemi economici e politici hanno spinto le donne nel mondo del lavoro per poterle sfruttare e pagare poco. Per indurle all’affermazione, era necessario costruire l’immagine di un uomo predatore e distruttivo, da demolire. In quest’ottica, il maschio selvatico imbarazza perché non è aggressivo e cade innamorato delle donne».

Perché il maschio contemporaneo è insicuro e debole?

Oggi l’uomo è “il colpevole”, deve chiedere scusa, è un mostro o un cretino, a prescindere. I ragazzi non scrivono più sui muri “Jessica ti amo” ma “Jessica ti chiedo perdono”. «La cultura della colpa» spiega Risé «è comoda anche per i maschi, i quali, chiedendo scusa, possono dirsi che è tutto a posto e accantonare la responsabilità di mettere a fuoco il loro progetto di vita e di relazione».

Le pratiche sessuali definiscono davvero l’identità di una persona?

Mentre avanzano nuove teorie di genere e lo scienziato Umberto Veronesi ha sostenuto che saremo tutti bisessuali, in molte scuole italiane si è eliminata dai moduli la dicitura “madre e padre” a favore di identità neutre come “genitore 1 e genitore 2”. «Si fa confusione tra identità e orientamento sessuale », accusa Risé, «il genere è fondativo dell’identità della persona, le pratiche sessuali sono una cosa diversa». Nell’azzerare le differenze, a partire dal linguaggio, stiamo forse ingabbiando le identità in schemi che escludono la ricchezza espressiva, affettiva e spirituale, dei maschi in particolare?

Potremo davvero fare a meno dei maschi? Qualcuna aspetta questo momento con trepidazione: presto, la donna gestirà totalmente la maternità con la fecondazione artificiale e sarà la disfatta totale del maschio, relegato a facchino, giardiniere, uomo di fatica. Ma siamo sicuri che il mondo funzionerà meglio?

«Il maschile e il femminile sono aspetti presenti dentro di noi, non possiamo distruggerli senza creare un disastro nella psiche. E non è vero che i figli senza padre stanno benissimo, gli studi in proposito affrontano archi temporali brevi, sono organizzati su base volontaristica e non sono attendibili» assicura Risé. «Buona parte della propaganda sulla maternità senza padri è spinta dagli interessi delle società di ingegneria genetica e biotecnologica».

Infine, una postilla sulle donne. Oltre al “maschio selvatico” si sono perdute anche Le donne selvatiche, titolo di un libro scritto dal professore con la moglie Moidi Paregger, sempre per le Edizioni San Paolo. «Le donne che seguo in analisi non sono gratificate, né rinfrancate dal sistematico assassinio del maschile» osserva Risé. «Da millenni, l’evoluzione si basa sulle buone relazioni fra i due generi». (Da Io Donna)

@barbadilloit

Candida Morvillo*

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Comments 2

  1. Pingback: Il maschio selvatico – Infolibri
  2. Luciano says:
    3 anni ago

    È certo: l’omo ha da puzza’. Oggi ce so maschi che se fanno a ceretta sulle spalle…me ricordo ancora de Massimo Girotti, in canotta, co le spalle villose in Ossessione di Visconti…eppure a mi sorella piaceva…quelli si che erano uomini. Oggi poi so soprattutto gli etero a depilasse…

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