Una finale che riconcilia gli appassionati col tennis. E gli fa tirare un sospiro di sollievo. In agguato ci sono i replicanti che, anche questa volta, sono stati letteralmente polverizzati da sua maestà Roger. E mi riferisco a Milos Raonic (la fine del tennis) e Thomas Berdych (l’eterna scommessa).
Raonic è l’incubo estetico più grande che incombe sul tennis avvenire. Con Nadal usurato dal suo stesso sistema di gioco, con Murray che dopo lo Slam conquistato a Wimbledon non è più riuscito a confermarsi, c’è infatti il rischio che il futuro del tennis possa finire nelle mani di Raonic che con quel servizio e quello stile inguardabile rischia di uccidere questo sport.
Gli altri due che avevano rotto il predominio dei marziani (Federer, Djokovic, Nadal) negli Slam, – Cilic e Wawrinka -, vuoi per problemi fisici, vuoi per problemi mentali, non sono pervenuti.
Djokovic al momento sembra imbattibile. Velocissimo, potente, solido, specie quando la partita si allunga diventa un vero e proprio muro. Federer, speriamo che non si stufi mai, con i suoi 32 anni riesce grazie a una classe cristallina che non ha eguali nel circuito a giocarsela anche ai ritmi da ping pong imposti da Djokovic. Non rimane che augurarsi che non s’infortunino mai.