La lettera. Al tempo del trionfo dell’indifferenza si può vivere ardendo

vivere ardendoCaro direttore,

vivere. E vivere davvero. Il troppo citato Oscar Wilde scrisse che tutti possono esistere ma che la vera arte sta nel vivere. E’ così. La vita ti passa accanto e nemmeno te ne accorgi. Arrivi al ginnasio che sei poco più di un ragazzino con molte idee confuse. Passa il tempo, trascorrono gli anni, scopri gli amici e scopri te stesso. E t’accorgi che la vita è qualcosa di più. Qualcosa di più dello studio matto sui libri, degli esami, delle bevute il sabato sera, dello sballo in discoteca. Qualcosa di più. E poi…osservando le stelle dall’alto di una scogliera mentre il mare si perde infinito all’orizzonte, t’accorgi che qualcosa è cambiato. Finisci per domandarti dov’è il senso delle cose, perché siamo qui, cosa ci aspetta, dove ci porta il cammino.

Non sei nato per vivere e lasciar vivere. Non sei nato perché altri vivano per te, dispongano di te come di un numero, una cifra tra le tante, perso tra tutte; non sei nato per lasciarti sballottare dal tempo e dagli eventi, incosciente, perso in una confusione che ti rende schiavo. No. Che la risposta a tutto ciò stia in un’idea nella quale credere, in un ideale per il quale lottare, in un interesse nuovo che nasce dalle ceneri del passato?

Per fortuna è trascorsa l’era in cui si giungeva a sparare addosso ad una persona solo perché ideologicamente avversa, e non tornerà più. Oggi trionfa la barbarie opposta. L’indifferenza, il rifiuto dell’azione, la mancanza di idee, di partecipazione. Siamo in un mondo vuoto, ma non lasciamoci distruggere, non permettiamo che la tenebra ci sopraffaccia. Ci si guarda attorno e si vede solo il nulla ideale, l’horror vacui nel quale si teme di sprofondare, senza ritorno. La tentazione è chiudersi in una torre d’avorio, rifugiarsi in un passato mai vissuto, fuori dal tempo e dalla storia, anche solo per restare immune dalle storture dei nostri giorni. Ma la torre d’avorio è fatta per chi ha vissuto la storia, mentre a noi tocca farla. E ci vuole coraggio. Sono trascorsi i tempi in cui Guccini e De Gregori, e per altri Morsello e gli Amici del Vento, cantavano le emozioni di una generazione, che non è la nostra. Sono passati anni, decenni, e sembra non vi sia più nulla per cui lottare. Ma non è così.

Ricorda che, fondandosi sul passato, è nel presente che si costruisce il futuro, e noi siamo chiamati a farlo, ognuno nel suo piccolo. Acquista consapevolezza, scegli un’idea, una bandiera, non importa quale. Ricorda che la gioventù è ideale, è sacrificio e sentimento, è quel futuro che ci vogliono negare. E rammenta che sono questi gli anni che ti porterai nel cuore, gli anni che ti formeranno, gli anni che faranno di te qualcosa di diverso in quest’oceano di vuoto. Liberati dalle catene dell’inerzia, abbi slancio, abbi passione, dona tutto te stesso. E’ un dovere civile. Non c’è nulla di più bello del sentirsi parte di una comunità, di un sodalizio d’intenti nel quale crescere e condividere il proprio sentire ed ogni speranza. Non importano gli errori, se ne troverai coscienza, non importa, ma mettici te stesso con animo puro, a fronte alta.

E non importa se leggi Evola o Kerouac, se leggi Bukowski, Céline o Juenger, o magari tutti e cinque. Non importa se se pensi a Jan Palach oppure al Che, se ricordi Almerigo Grilz o Peppino Impastato. Cerca, scopri, apprendi. Trova una fiamma che ti scaldi, un sole che t’illumini il cammino, lancia sempre il cuore oltre le stelle. E vivi. Vivi ardendo e non bruciarti mai.

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Niccolò Nobile

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