La lettera. Il voto “a destra” e il destino dei non allineati

destra sinistraCaro Direttore,

la lettura del tuo articolo sulle intenzioni e le dichiarazioni di voto alle elezioni europee dei postfascisti mi fatto maturare una serie di riflessioni sulla metamorfosi politica che ha attraversato la mia vita. Sono andato a ritroso con la memoria agli anni della adolescenza e della giovinezza e li ho confrontati con il momento attuale. Strano destino il mio, credo comune a tanti di quella generazione: 40 anni fa, studente liceale, ero allineato, anzi allineatissimo alle posizioni del Fdg, oggi mi ritrovo tra gli allineati in compagnia di alcuni nomi eccellenti. Il termine “non allineati” mi riporta agli anni ’60 quando i tg parlavano, per l’appunto, dei paesi non allineati. Penso a Nasser, uno dei padri del nazionalismo arabo, oppositore dello strapotere politico ed economico britannico. Penso alla “tercera posicion” di Juan Domingo Peron, alla sua legislazione sociale, grande debitrice sul piano ideale dello stato sociale del regime fascista. Un altro esempio di non allineamento, ritornando alla storia italiana, è quello descritto da Stefano Fabei riguardo al “ponte” che Mussolini cercò di costruire con alcuni esponenti socialisti – Mario Bonfantini, Edmondo Cione, Carlo Silvestri – nell’ultimo periodo della RSI. Fu un esperimento politico, generoso ma dagli esiti sfortunati, quello del Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista. Ma penso pure, parlando di non allineati, ad una scritta di Terza Posizione su un muro della mia città agli inizi degli anni ’80 “Né fronte rosso, né reazione”.

La constatazione, o meglio la conferma, di non essere allineato a 55 anni forse mi ha portato ad intrecciare insieme in una bizzarra orditura fili e colori diversi, lontani tra loro nel tempio e nello spazio. Purtroppo ho la presunzione di credere che se si parla di politica non ci si possa esimere dall’inquadrare le questioni in una prospettiva storica. La conoscenza del passato è uno degli strumenti migliori per affrontare il presente in maniera adeguata.

p.s. inizialmente tentato dall’astensione sono poi andato a votare; ha prevalso la stima che ancora nutro, nonostante qualche inciampo, per Giorgia Meloni. e poi lo confesso, sono un sentimentale, ha giocato la sua parte una mozione degli affetti, mi ha fatto piacere rivedere, seppure in un angolino, la fiamma del MSI.

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Giovanni Fonghini

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