Heliopolis/14. L’Intelligenza Artificiale lievito di una nuova sapienza organica

Conservatorismo e archeofuturismo offrono uno spaccato parziale del futuro che attende: il ritorno dell'Uomo al centro del mondo

Intelligenza artificiale

Sono abbastanza persuaso che  avesse ragione Junger, immaginando, ne “Al Muro del Tempo”, che la fine della nostra epoca avrebbe coinciso con l’inizio del ritorno dell’Età dell’Oro, laddove sarebbe stato nuovamente difficile distinguere Uomini e Dei, Tecnica e Magia. Ci è infatti dato aspirare a comprendere ritmi e messaggi, simboli e stagioni, persino cogliere la Verità della Via, non certo il dispiegarsi preciso di essa. In fondo non sarebbe così assurdo, fra migliaia di anni, rivivere le guerre stellari della Bhagavadgītā, mentre il Dio istruisce nuovamente Arjuna fra armi nucleari e propulsioni intergalattiche. Ciò che non sapremo, per ragioni di tempo, è se l’intuizione quantistica rappresenti davvero la connessione fra materia e idea platonica.

Per questo motivo ciò che servirebbe, hic et nunc, è una filosofia nuovamente totale; non pezzi di strada. Non singole motivazioni. Il conservatorismo oggi trionfante, quello dalla tradizione giudaico-cristiana, per dirla con Roger Scruton, che rimette l’Uomo al centro del creato, è un pezzetto di intuizione ormai priva di forza.

Alain de Benoist

Quale uomo? Quali gradazioni di uomo? Quali gerarchie qualitative questo Uomo proprietario del creato starebbe creando per meritarsi il suo vasto possedimento senza distruggerlo, impoverirlo, annichilirlo? Avendo egli come prassi di sé, come riflesso desertico di sé, solo il libero mercato. Molto più potenti e profonde, le parole del Alain de Benoist sacerdote pagano, mettevano sin dagli anni novanta in guardia contro l’incoerenza ontologica fra capitale e valori, fra mercato e sapienza. L’uomo del nulla non si salva mettendosi al centro del nulla.

Per contro, le stesse accelerazioni titaniche, che in modo vitalistico e brillante, riaccendono il fuoco vulcanico di Locchi e Faye, vedono un pezzo, speculare a quello conservatore, di certo più utile e fascinoso; ma pur sempre un pezzo. Senza l’Ercole iniziatico, senza la sua fatica perenne ordinata secondo il volere del Dio, senza la sua determinazione virile e romana nel distruggere il femminile materiale e fecondare il proprio femmineo, la Tecnica continuerà ad essere la condanna del vaso di Pandora di Epimeteo.

La Tradizione romana di Guido De Giorgio

Necessitiamo al ritorno di una sapienza completa, come auspicava Guido De Giorgio, per tornare a vedere oltre il materiale; la fine del Kali-Yuga, è quindi, la fine di uno stato alchemico dell’anima, ed il passaggio ad uno successivo. L’Intelligenza Artificiale potrebbe essere un nuovo elemento chimico nel processo di solve et coagula solo se l’Uomo tornerà non al centro di un fantomatico giardino di proprietà, ma Sacerdote e ponte fra Mondi.

@barbadilloit

Giacomo Petrella

Giacomo Petrella su Barbadillo.it

Exit mobile version