La lettera. Il tentativo (quasi impossibile) della Meloni di unire Ppe e conservatori

Il Ppe non è figlio di Adenauer, di Kohl, di Strauss, del nostro Giuseppe Pella, bensì di Alcide De Gasperi, di Aldo Moro e perché no, di Enrico Berlinguer

Giorgia Meloni premier

A meno di un anno dal rinnovo del Parlamento Europeo, tiene banco e dibattito il progetto di Giorgia Meloni di scalzare, a livello continentale, la vecchia e consolidata alleanza Popolari-Socialisti a beneficio di una nuova aggregazioni Popolari-Conservatori. L’obbiettivo della leader dei Conservatori Europei è alquanto ambizioso perché si tratta di scardinare un’alleanza, Popolari-Socialisti, ben accetta da organismi e poteri consolidatisi nel tempo. Inoltre vi sono non poche insidie nel cammino intrapreso dalla Première italiana visto l’assedio generalizzato cui è cinta, a tutti i livelli, la maggioranza di governo ed in particolare Fratelli d’Italia.  È da aggiungere che Giorgia Meloni deve prestare non poca attenzione all’interno del suo mondo, quello conservatore.

Il termine conservatore, culturalmente inteso alla Prezzolini maniera, è chiaro e non si presta ad interpretazioni. A livello politico, invece, vista l’attuale fase di costruzione, sono ancora da definire i connotati di un partito conservatore italiano. È però anche vero che, alle volte, il termine conservatore causa la sua vacuità e flessibilità in termini politici, ha fatto si che certe “destre” abbiamo flirtato con le sinistre; i gollisti francesi ne sono un esempio tant’è che sono ridotti al nulla propio per certi ammiccamenti a sinistra. È sicura Giorgia Meloni che tutti i partiti che compongono il Movimento Conservatore Europeo sono convintamente alternativi alla sinistra?

O ci sono parti e componenti del citato conservatorismo disponibili ad accordi con la sinistra?

Le lezioni della Storia non mancano: ricordiamo l’ultra conservatore Churchill, alleato nel secondo conflitto mondiale al comunismo stalinista; non dimentichiamo il conservatore e presidente americano Nixon, alleato al comunismo maoista nei primi anni Settanta, a scapito della anticomunista Taiwan.
La sfida di Giorgia Meloni diventa impossibile nella costruzione della nuova alleanza Popolari-Conservatori per altre motivazioni.

Premesso che il Partito Popolare Europeo non ha una propria identità ed è privo di riferimenti culturali ed ideali, l’obbiettivo della Meloni è alquanto arduo perché il Ppe è una forza di Sinistra-Centro che naviga ancorata all’alleanza con una sinistra nominalmente socialista, ma in realtà massimalista, lontanissima anni luce dalla social-democrazia europea dei Saragat, dei Mitterand, dei Gonzalez, degli Schmidt, dei Soares, dei Craxi.

Infine Giorgia Meloni deve prendere atto che il Ppe non è figlio di Adenauer, di Kohl, di Strauss, del nostro Giuseppe Pella, bensì di Alcide De Gasperi, di Aldo Moro e perché no, di Enrico Berlinguer.

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Michele Salomone

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