Rispetto per Berlusconi ma il Msi è stato scongelato dagli elettori

Addio al tycoon che ha cambiato la politica italiana negli ultimi trent'anni, riportando il Paese a pesare nei tavoli che contano

L'Italia di Berlusconi

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi

Merita rispetto Silvio Berlusconi e la sua storia imprenditoriale e politica. E’ stato un modello di coraggio nel non arretrare mai davanti alla furia totalitaria delle parrocchie dei buonisti, con toga o con penna di giornalisti. Non è mai arretrato di un centimetro e, pur addolorato da tanto odio, ha portato una ventata di allegria e creatività tra le grisaglie della politica tradizionale.

La destra rimessa in gioco dal popolo

Va però chiarito, in questo frangente, che è stato il fondatore della Casa della libertà, dell’alleanza tra Forza Italia, Msi e Lega nel 1994, ma non è stato lo sdoganatore della destra missina. Già nel 1993 erano stati gli italiani, nella comunali di Roma, Napoli, ma anche Cerignola (città di Giuseppe Di Vittorio) a premiare candidati che venivano da una storia diversa, quella dei patrioti nella Repubblica.

La politica internazionale

Silvio è stato il restauratore di una Italia interventista in Europa e nel Mediterraneo, ma soprattutto oltre gli schemi di Yalta, facendo dialogare Russia e Usa, proprio a Pratica di Mare. Contratti, affari, influenze, dialoghi, rapporti consolidati: lo studio degli schemi in politica estera di Berlusconi sarà parte di una riabilitazione postuma a cui qualche storico dovrà prima o poi mettere mano, perché l’Italia ha ripreso a contare anche per questa visione.

Libertà d’impresa contro lo stato vessatore

L’esperienza berlusconiana ha portato nel campo del centrodestra il dogma della difesa della libertà d’impresa, ribadita anche da Giorgia Meloni nel suo insediamento da premier: si tratta di una sensibilità che spinge a riforme e semplificazione, mentre a sinistra domina una visione vessatoria dello Stato, tra tasse e burocrazia invasiva.

I limiti del consumismo

Elogio sfrenato dei consumi, le pizzerie e i ristoranti pieni sono la declinazione di una visione consumista che mal si è conciliata in questi anni con un’area spiritualista e patriottica, figlia di una cultura sociale e nazionale. La sintesi è stata sempre un compromesso. Sempre meglio un compromesso, lo dice la storia recente, che l’ossessione antifascista dei progressisti…

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Gerardo Adami

Gerardo Adami su Barbadillo.it

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