Giordano: “Enrico Mattei, la sovranità energetica e i rapporti con il Msi”

Barbadillo intervista l'intellettuale lucano autore di due saggi su energia e indipendenza nazionale italiana

Enrico Mattei

Enrico Mattei

Lucano, docente di lingua e cultura inglese, studioso di Storia contemporanea, Leonardo Giordano, già Primo Cittadino di Montalbano Jonico, recentemente ha pubblicato, per Historica Giubilei Regnani due volumi aventi per tema la Sovranità: Sovranità Italiana. Il cammino di un’idea da Virgilio ai nostri giorni”  e Enrico Mattei. Costruire la sovranità energetica: dal gattino impaurito al cane a sei zampe

Dal 1946, quando l’Italia ha cercato di perseguire i propri interessi sono stati sempre i suoi “alleati” ad ostacolarla. Gennaio 1954, il presidente del Consiglio, Pella – in carica dall’agosto 1953 – venne defenestrato dopo aver minacciato un intervento militare al confine orientale stante la drammatica questione di Trieste; ottobre 1962, Mattei morì mentre si stava battendo per dare una sovranità energetica all’Italia; ottobre 1985, Notte di Sigonella, il capo del Governo, Craxi, dovette fronteggiare l’arroganza USA al fine di preservare la sovranità dello Stato dopo quanto accaduto sulla nave Achille Lauro; ottobre 2011, Gheddafi venne destituito proprio dagli “alleati” dell’Italia per far fuori quest’ultima dalla Libia, dopo gli accordi sottoscritti nel 2008 con il leader libico. Professor Giordano, l’Italia è o no una Nazione Sovrana?

“L’Italia è stata sempre una Nazione a ‘sovranità limitata’. Già al suo nascere, come Stato unitario, si trovò a dover rispondere al Regno Unito dei debiti contratti con questo paese dal Regno Sabaudo per finanziare tutto il processo unitario e la necessità di coprire questo debito obbligò il neonato Regno d’Italia a dover assumere provvedimenti forzati che intaccavano ovviamente il poter disporre in maniera libera e ‘sovrana’ delle proprie decisioni e delle proprie risorse. In quell’occasione fu il Meridione ad uscirne fortemente penalizzato per il pareggio di bilancio voluto dal Ministro Quintino Sella. Oggi l’Italia è una Nazione a ‘sovranità fortemente limitata’ perché, addirittura non siamo nemmeno liberi di sceglierci il cibo che vogliamo e che per secoli hanno alimentato e nutrito gli italiani. Un provvedimento questo che risponde a finte e presunte necessità meno oggettive e meno importanti di quelle di Quintino Sella. Questo cosa ci dice? Che la ‘Sovranità’ non ha valore assoluto ma relativo e che il buon governante deve saper individuare un punto di equilibrio in cui la tutela della sovranità produce il massimo possibile di bene comune per la nazione”.

Quali sono stati i periodi in cui l’Italia è stata realmente “sovrana”?

“A mio avviso il periodo in cui l’Italia sia stata non ‘realmente sovrana’ ma ‘massimamente sovrana’, rispetto alle possibilità che i tempi consentivano, è stato quello a cavallo tra anni Venti ed anni Trenta. Negli anni Ottanta, Giano Accame organizzò al Colosseo, col patrocinio del comune di Roma, una bellissima mostra sull’economia italiana tra le due guerre. Quella mostra (è rimasto ancora il catalogo pubblicato dall’Ipsoa) dà un’idea plastica di quello che dico. Aggiungo che quel momento di ‘massima sovranità nazionale’ fu pagato con le forti e gravi limitazioni di sovranità che fecero seguito all’8 settembre con l’occupazione tedesca del Nord-Italia e nel dopoguerra con la ‘tutela’ politica americana”.

Quale filo conduttore lega i due libri?

“C’è un filo conduttore. Considero Sovranità Italiana. Il Cammino di un’Idea da Virgilio ai nostri giorni (Historica – Giubilei Regnani Editore, Roma 2021) come un punto di partenza che si propone di disegnare i profili di alcuni precursori ed anticipatori del ‘sovranismo’ (depurato della accezione negativa che il ‘politicamente corretto’ ha conferito al termine), di affrontare alcuni temi di attualità in cui si misura il ‘tasso di sovranità’ oggi vigente in Italia. Enrico Mattei. Costruire la sovranità energetica: dal gattino impaurito al cane a sei zampe (Historica – Giubilei Regnani Editore, Roma 2022) rappresenta la continuazione di questo discorso iniziando un’opera di approfondimento sulla ‘sovranità energetica’, cui erano dedicati tre capitoletti del primo volume, e sul profilo di Enrico Mattei cui in Sovranità italiana… avevo dedicato un ‘cammeo’”.

Lei ha apprezzato la premier Meloni promotrice di un piano energetico simile a quello di Mattei, teso ad una proficua collaborazione con i paesi africani che, in primo luogo, non dovranno essere colonizzati. È attuabile tale piano visto che, oggi, abbiamo qualcosa di più potente delle Sette Sorelle?

“Noi oggi abbiamo uno strumento come l’Eni che per organico, volume di affari, capacità di influenza, competenze, può considerarsi ‘l’ottava sorella’. A differenza delle altre sette, però ha uno zoccolo duro (golden share) di proprietà pubblica. In più questa volta, paradossalmente, come ho scritto proprio su Barbadillo, per diverse e non sempre coerenti ragioni, Giorgia Meloni e l’Italia hanno alle spalle gli Usa che sembrano non osteggiare questa politica, anzi sembrerebbe che vogliano un’Italia ‘ponte’ tra occidente atlantico e paesi del Mediterraneo in funzione antirussa ed anticinese, con i malumori di Francia e Germania. Questo era stato chiesto dallo stesso Mattei a George Ball, il sottosegretario di Stato Usa ai tempi di Eisenhower”.

Nello scegliersi i collaboratori il partigiano Mattei guardò alle competenze, non alle etichette politiche. Il suo pilota personale, Irnerio Bertuzzi, valoroso aviatore nella Seconda Guerra Mondiale proveniva dalla Repubblica Sociale Italiana.

“Non esistono, almeno per quel che concerne le mie informazioni, fonti che ci chiariscono come nacque questo rapporto. Sappiamo però che Mattei usava reclutare personalmente figure che dovevano essere di fiducia e collaborare al massimo grado, con la massima competenza, al suo progetto senza cedere ai pregiudizi delle pregresse appartenenze politiche. Mattei usò questo metodo a 360 gradi, quindi anche nei confronti di personalità provenienti dalla sinistra. Non mi sento di escludere che magari il suggerimento (o la raccomandazione) sia partito da Carlo Zanmatti, ultimo presidente dell’Agip fascista che Mattei, dopo iniziali esitazioni, fece fattivamente e con grande apporto di competenze collaborare con l’Agip e con l’Eni da lui dirette”.

Mattei è entrato nel Pantheon della Destra Italiana. Eppure non si possono dimenticare le violente bordate che il MSI guidato da Arturo Michelini lanciò contro Mattei al pari de Il Borghese diretto da Mario Tedeschi.

“L’espressione ‘entrato nel Pantheon della Destra Italiana’ francamente mi sembra esagerata. Diciamo che Mattei fu un grande italiano che ha amato profondamente l’Italia e per il suo bene si è prodigato fino al punto di scontrarsi con potentati enormi, fino al punto di trovare la morte in quello che, si è oramai provato, fu un attentato. Questo destino, questo profilo non può che piacere e riscontrare simpatie in chi si dice di Destra, soprattutto se giovane. Quanto ai rapporti col MSI, è un campo che va ancora approfonditamente indagato e studiato. Se è vero che Michelini e Tedeschi lo avversarono, altrettanto non può dirsi di Pisanò, per esempio o del direttore del Secolo d’Italia del tempo che ricevette da Mattei un aiuto per il quotidiano di partito sotto la forma di pubblicità dell’Eni. Infine è vero che il MSI votò contro l’approvazione della legge che istituì il 10 febbraio 1953 l’Eni. Ma si era alla vigilia della scadenza della legislatura. Sarebbe bastato un po’ di ostruzionismo parlamentare, sia in Commissione industria che in aula, come del resto fu fatto tante altre volte, e la legge non avrebbe avuto materialmente il tempo per essere approvata prima dello scioglimento delle camere. Questo ostruzionismo non ci fu”.

I paesi privi di sovranità cosa possono fare per acquisirla o riconquistarsela?

Non esiste una ricetta precostituita a mio avviso. Le Nazioni acquisiscono e tutelano al massimo possibile la loro sovranità nelle condizioni oggettive date, se i propri governanti curano e promuovono, anche con ampi processi partecipativi, il così detto ‘Bene comune’ al massimo grado. Quando parlo di ‘Bene comune’ intendo nell’accezione che ne diede un grande politologo di Destra oggi dimenticato e che personalmente considero il ‘Carl Schmitt italiano’: Carlo Costamagna, cui ho dedicato uno dei ‘cammei’ di Sovranità italiana…”.

@barbadilloit

Michele Salomone

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