MotoGP. Il trionfo di Bastianini alla prima in Qatar

Un successo con dedica al fondatore della squadra scomparso un anno fa

Il Motogp si apre con il trionfo in Qatar di Bastianini. È stata una domenica speciale, quella che ha aperto il Motomondiale 2022; la prima, mettendo da parte le gare saltate per infortunio, che non vedeva ai nastri di partenza Valentino Rossi.

Rossi, comunque, è stato onorato da Celestino Vietti e da Andrea Migno vincitori, rispettivamente su Kalex e Honda, in Moto 2 e Moto 3: entrambi i centauri infatti, si sono formati sotto l’egida del “Dottore”.

 

Nella classe MotoGP, in pole position, siglata in 1’53″011, scattava Jorge Martin, con la Ducati schierata dalla Pramac: lo spagnolo però ha un pessimo scatto, lasciando campo libero alle Honda di Pol Espargaró e Marc Marquez, alla KTM di Binder (qualificatosi settimo) e a Bastianini sulla Ducati Desmosedici GP21 del Gresini Racing; Martin scende fino all’ottava posizione.

Davanti, dopo l’affondo di Bastianini su Mir, in testa nasce un quartetto mentre la prima parte di gara vede le cadute di Bezzecchi, Alex Marquez e Oliveira.

Intanto, si materializza la drammatica domenica delle Ducati ufficiali: dopo sole sei tornate, a causa di un problema tecnico, si ritira Jack Miller che stava correndo addirittura in diciottesima posizione.

Al 12° giro invece, Bagnaia, impegnato nella risalita dal centro gruppo, attacca Martin per l’ottava piazza all’interno ma perde l’anteriore al momento di impostare la frenata della prima curva, cade e travolge l’incolpevole spagnolo.

A tenere alte le insegne della Ducati resta il solo Bastianini, che dopo Marquez, al giro 14 scavalca Binder, sfruttando la potenza del suo motore: il 23 passa di fronte alla fotocellula, addirittura con una velocità di 352 km/h, contro il 343 km/h del sudafricano.

Dopo appena tre passaggi, è il turno di Aleix Espargaró che chiude il gap su Marc Marquez, portando la sua Aprilia in quarta posizione, preludio al grande duello per la prima posizione dell’ultima parte del Gran Premio, con Bastianini che rimonta sulla Honda di Pol (con la doppia Soft) e lo scavalca, transitando primo già a metà rettilineo, al momento di iniziare il quart’ultimo giro; lo spagnolo invece, nel tentativo di resistere, stacca tardi e arriva larghissimo in curva 1, lasciando spazio pure a Binder.

I tre transitano sotto la bandiera a scacchi in questo ordine, con Aleix Espargaró quarto, davanti a Marquez; rispetto alla Ducati vincitrice, Binder, Pol e Aleix Espargaró si classificano, rispettivamente, con un ritardo di 346 millesimi, 1” 351 e 2”242, a riprova di quanto la gara sia stata intensa.

Malissimo invece le Yamaha ufficiali, 9° e 11°, lontanissime dalle posizioni di vertice per tutto il fine settimana.

 

Chiaramente però, il simbolo del primo Gran Premio resta l’impresa di Enea Bastianini, alla prima vittoria in carriera in MotoGP: l’italiano ha corso con grande intelligenza tattica, sfruttando al massimo le potenzialità del mezzo (già ampiamente espresse con la seconda piazza in qualifica e il primato nel Warm Up di domenica mattina).

Transitato quinto al secondo giro, Bastianini comincia la sua rimonta col sorpasso su Mir; il 23, che aveva scelto di partire con delle gomme nuove (la soffice all’anteriore e la media al posteriore) ha saputo essere attendista, per poi rimontare gradualmente e giocarsi le proprie carte migliori nel finale, dimostrando una ottima gestione sul lungo periodo.

A riprova di questo, il suo passo gara strabiliante: praticamente, eccetto il primo e gli ultimi quattro passaggi, il riminese ha sempre costantemente girato su tempi tra l’1’54″500 e l’1’54 alto, con la ciliegina sulla torta del giro più veloce del Gran Premio, realizzato al 17° giro in 1’54″338.

Soprattutto, questa vittoria arriva nel nome e in memoria di Fausto Gresini, lo storico pilota (due titoli vinti in 125, nel 1985 e nel 1987), fondatore a Faenza nel 1997 e direttore dell’omonima squadra, che quest’anno gareggia con due Ducati Desmosedici GP21, scomparso un anno fa.

Un inizio scoppiettante in attesa di vedere se gli sconfitti in terra qatariota, a cominciare dalle Ducati ufficiali, sapranno rialzarsi.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

Exit mobile version