L’intervento (di P.Cerullo). La Fiaccola della Giovane Italia, un filo rosso da D’Annunzio all’europeismo

La lettera accorata del dirigente emiliano, fondatore dell'organizzazione giovanile del Msi nella quale in piena autonomia militarono migliaia e migliaia di patrioti

La fiaccola della Giovane Italia, Fdg e Azione Giovaniaa

La Giovane Italia, Associazione Nazionale d’ Azione Studentesca, (A.S.A.N.), viene fondata a Roma nel 1954 (ma secondo lo storico Adalberto Baldoni nasce nel 1950 a Milano, n.d.redazione), come articolazione nell’ambito della Scuola media del Raggruppamento Giovanile del M.S.I.-( Con la stessa denominazione erano state già costituite negli anni precedenti numerose Associazioni studentesche in molte provincie, come fiancheggiatrici del M.S.I.).

Dopo il Congresso del M.S.I. del Giugno 1965 l’Associazione è commissariata dall’On. Nino Tripodi, membro dell’ Esecutivo Nazionale del Partito, che ne convoca l’ Assemblea generale a Cosenza nel Settembre 1966, a conclusione della quale Pietro Cerullo venne acclamato all’unanimità Presidente Nazionale.
L’acclamazione ovviamente mi commosse, dopo la discriminazione seguita al Congresso del M.S.I. di Pescara del Giugno 1965, ma soprattutto ratificò in modo definitivo l’autonomia, se non politica, culturale ed organizzativa della Giovane Italia, rendendo possibili iniziative di grande rilievo per includere settori sempre più ampi del mondo giovanile, come nel caso dei “ragazzi del fango”, convocati e coordinati da Marco Cellai, coordinatore dell’Associazione in Toscana, in occasione dell’alluvione di Firenze del novembre 1966.
La Giovane Italia ha avuto presenza e ruolo culturale e politico determinante nella Scuola e nella società degli anni Cinquanta e Sessanta, al punto da preoccupare il Governo democristiano, (De Gasperi stesso promosse un’inchiesta per capirne il successo), fino al sommovimento, negli Stati Uniti ed in Europa, del 1968.
Dal punto di vista spirituale, morale e politico la Giovane Italia mi ha regalato la prova che c’è un’altra Italia, non sottomessa ad influenze ed interessi esterofili. Ma collegata, come da un “corridoio sanitario”, alla tradizione risorgimentale e nazionale di Vittorio Veneto, contro Caporetto, all’ impresa dannunziana su Fiume, alla marcia su Roma del Fascismo, alla rivolta ideale della R.S.I. contro la resa senza condizioni di Cassibile.
Collegata ad un europeismo rispettoso e valorizzatore delle identità nazionali, che non deprivi o, peggio, espropri i profili caratteristici ed essenziali, culturali, religiosi e sociali, delle singole Patrie.
Profili disegnati dalla storia greco-romana e cristiana, fondamenti irrinunciabili della civiltà occidentale.
Questa è la costante della battaglia culturale e politica condotta insieme a tantissimi giovani valorosi, da Massimo Anderson ad Adalberto Baldoni, da Ugo Martinat a Fabrizio Feliciani, da Marzio Modena ai fratelli Perri, da Guido Virzi’ ad Antonio Parisi, da Roggero a Lentini ad Aldo Zoli, ai mille altri che meriterebbero menzione. Ed è la battaglia che continuiamo da vecchi, quanti siamo superstiti, in questa desolante e desolata Italia.
Nonostante l’amara consapevolezza che, come quasi sempre, le cause giuste sono cause perse.
@barbadilloit

Pietro Cerullo

Pietro Cerullo su Barbadillo.it

Exit mobile version