Politica. Orfini rovina la festa a Pd-M5s: “Così sarà la resa politica e culturale”

L'ex presidente del Partito democratico scrive un post che scuote la base e solleva migliaia di reazioni contrastanti a sinistra

Questo matrimonio non s’ha da fare. Mentre l’alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 stelle inizia a diventare qualcosa di più serio di un’alchimia parlamentare per reggere Palazzo Chigi, si alza – proprio all’interno del Pd – qualche voce dissonante. Ed è quella di Matteo Orfini che, in un lungo post che ha affidato ai social, ha duramente stigmatizzato la scelta dei vertici del suo partito che, secondo la sua analisi, rischia solo di perderci dall’abbraccio con gli (ex) grillini.

La questione dei valori

La prima parte del post di Matteo Orfini analizza, da vicino, le divergenze tra le due sigle. Che sono, per l’ex presidente del Pd, troppo macroscopiche per essere taciute. E sopportate.

E dunque a Ferragosto e nella distrazione generale abbiamo deciso di sposarci col M5s.
Lo abbiamo fatto portando in dote la rinuncia a una parte fondamentale dei nostri valori.

Sulla democrazia, che si può violentare con un taglio dei parlamentari non accompagnato da alcuna riforma.

Sulla giustizia, dove il garantismo muore ogni giorno sotto la visione cupa e violenta del giustizialismo grillino.

Sui migranti, con i decreti sicurezza, la Bossi Fini e gli accordi con la libia che sono sempre lì.

Sul lavoro, sempre più ridotto solo al salario che produce e non più perno della cittadinanza.

C’è poco da aggiungere. Il quadro disegnato da Orfini è quello di due forze l’una completamente differente dall’altra. Se ci sarà accordo, intuiamo, non potrà essere durevole. Almeno sui temi che davvero contano.

La buona politica

Ah, i bei tempi di una volta. A intermittenza, più o meno tutti, reclamano le virtù dei partiti di un tempo. Ma oggi è tutto un rincorrersi, una frenesia; la politica (sbagliando) vive col fiato grosso e la testa pesante di chi si sente sempre in ritardo. Forse, però, sarebbe il caso di fermarsi. Perché certe alchimie non possono essere (solo) figlie di strategie di marketing politico. Se n’è convinto Orfini che ha dunque aggiunto:

Abbiamo rinunciato a tutto questo perché con un sondaggio estivo sulla piattaforma online della Casaleggio i nostri alleati ci hanno detto sì.
Noi in compenso nemmeno il sondaggio abbiamo fatto.

Decisioni così importanti una volta si assumevano nei congressi. Oggi va così, una conferenza stampa qui, un’intervista lì e il Pd si dice soddisfatto di questa evoluzione del M5s.

“Una resa politica e culturale”

Matteo Orfini rimprovera ai suoi un’arrendevolezza impressionante sul piano delle questioni culturali proprie della sinistra italiana. E, in coda al post, teme che si stia per imboccare una strada senza uscita, quella della bandiera bianca, della resa. E lo dice puntando il dito sulla mancanza di condivisione, a ogni livello, della strategia che ha portato alla strana intesa tra due forze che solo un anno fa si odiavano, senza mezzi termini. E che non porterà a nulla di buono, per Orfini, per nessuno.

Lo sarei anche io se questa evoluzione ci fosse davvero, ad esempio sui punti che ho citato. Ma così non è, ahimè. E l’avvicinamento indiscutibile che vedo anche io tra Pd e M5s è avvenuto non per una evoluzione loro, ma per una drammatica e desolante involuzione del Pd.

Si può dialogare, per carità. Si può tentare di collaborare, come stiamo facendo al governo.
Ma bisogna farlo forti della propria visione e della propria identità.

Altrimenti non è un’alleanza.
È una resa culturale e politica.

Careca

Careca su Barbadillo.it

Exit mobile version