The Morning Show, il giornalismo pop in una serie tv

Dal #MeToo all'etica professionale, un po' troppo miele nella serie AppleTv che affronta i temi del "mestiere"

The Morning Show è il nome del programma che ogni mattina tiene banco nelle tv di centinaia di migliaia di famiglie americane, per questo motivo i suoi presentatori la bella ma non troppo in primo piano Alex Levy e il carismatico e sagace Mitch Kessler sono considerati un po’ di casa. Nessuna meraviglia quindi che quando a finire nell’occhio del ciclone del movimento #Metoo è Mitch, l’emittente se ne sbarazzi in fretta, cercando di riparare prima che può a un’inevitabile emorragia di ascolti.

Da queste basi piuttosto realistiche prende il via la storia narrata da The Morning show, serie presentata su Apple Tv a fine 2019 e da me diligentemente messa in lista, sia in quanto grande estimatrice della Mela che in quanto fan di Jennifer Aniston e Reese Witherspoon.

Ora che la polvere dei movimenti #Metoo e Time’s Up ha iniziato a posarsi, iniziano a spuntare serie che ne parlano, mi viene in mente tra le altre The Loudest Voice e il film Bombshell che hanno entrambe affrontato l’eclatante caso del ex-presidente e CEO di Fox News, Roger Ailes.

 

Torto e ragione

Nelle prime puntate non è chiarissimo dove The Morning Show voglia andare a parare, se voglia parlare in generale dell’universo televisivo e giornalistico o se più nello specifico degli scandali sessuali che l’hanno colpito. Bisogna dargli un po’ il tempo di mettersi sulla giusta rotta di trama. Certo è che cardine del programma sono anche e soprattutto le sue protagoniste femminili, anche se un elogio è da rivolgersi anche a Steve Carell, che interpreta magistralmente il ruolo di Mitch.

Se Alex Levy è infatti la giornalista patinata che non vuole portare la realtà disturbante sotto il naso delle famiglie che la guardano, il suo contraltare Bradley Jackson è fin troppo decisa a perseguire la verità a ogni costo, indipendentemente dalle conseguenze.

Uno dei pregi di The Morning Show è quello di non sancire un vincitore morale ma di rappresentare, o almeno provare a farlo, la realtà nelle sue sfumature più disparate, cercando di incarnare la massima manzoniana “la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che una parte abbia solo dell’una o dell’altra”. Ci vengono posti dei dubbi etici però più dalle storie “secondarie”, come quella di Mia Jordan e soprattutto quella di Hannah Shoenfeld.

 

Si poteva fare di più…

E anche se il finale ci riporta un po’ a un inizio dove non si capiva esattamente la direzione presa e indugia un po’ in chiusure dal sapore buonista, lascia però spazio a un seguito interessante: la seconda stagione infatti oltre a riprendere da dove ha lasciato, sarà costretta per forza di cose anche trattare il tema dell’ormai famigerato Covid-19 (se e quando lo farà, perché attualmente le riprese di questa e molte altre serie tv sono in stand-by).

È difficile dire se The Morning Show ambiva a essere qualcosa di più o se ha centrato invece la sua, per dirla all’inglese, mission. Credo che però sia un prodotto a suo modo interessante, con un cast di livello e con un approccio alla tematica comunque non così scontato.

 

 

Runa Bignami

Runa Bignami su Barbadillo.it

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