Politica. La scommessa di Giorgia Meloni e Fdi sui sovranisti conservatori

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

La politica romana, durante l’ultima edizione di Atreju, aveva affermato che la nuova frontiera di un movimento politico, che prima ancora che un partito aspiri ad essere “comunità”, è quello di riuscire a cogliere il vento che soffia in Europa.

Per poter essere coerenti, ma con una buona dose di pragmatismo, occorreva dunque creare uno spazio politico che consentisse a Fratelli d’Italia di emergere come “terzo incomodo” della politica italiana, in una partita tutta interna al centro destra. 

«Costruiamo insieme il grande movimento dei Conservatori e dei Sovranisti italiani, che parta dall’esperienza di Fratelli d’Italia ma che sappia anche aprirsi alle tante esperienze in cerca di una casa e di una causa. Un grande contenitore, plurale e coraggioso, per difendere la libertà, l’identità, la tradizione e l’interesse nazionale italiano».

Giorgia Meloni, nella partita nazionale ed estera, ha così inteso giocarsi la pedina del “sovranismo conservatore”, da utilizzare in double face su due fronti: come collante politico in Europa tra le “forze sane” del P.P.E. – come Fidesz di Viktor Orban – e il gruppo E.N.L. di cui fanno parte i movimenti di Marine Le Pen e Matteo Salvini; e, infine, come moderna destra identitaria e conservatrice in patria, dando avvio a qualcosa di assolutamente inedito in Italia.

Fratelli d’Italia non ha fatto solo proclami: a dicembre Raffaele Fitto – che siede nel P.E. tra i banchi dei Conservatori e Riformisti europei – ha accompagnato l’ingresso della Meloni e del suo partito nel contenitore euroscettico e conservatore ribadendo la funzione di cerniera che avrà Fratelli d’Italia.

La presenza di Giorgia Meloni all’incontro organizzato dai conservatori americani di inizio marzo si spiega, quindi, alla luce di una precisa strategia politica intrapresa a settembre. 

Il suo intervento, incentrato sullo stato della democrazia in Europa, si è mosso su di un terreno conosciuto e ben collaudato: mancanza di democrazia negli organismi dell’U.E. e svuotamento di sovranità nazionale degli Stati nazionali, il che ha significato l’imposizione di «[…] una immigrazione incontrollata per distruggere le identità europee e importare mano d’opera a basso costo; una politica di austerità che ha indebolito l’ economia reale e rafforzato gli speculatori finanziari; un globalismo senza regole che danneggia la produzione e il lavoro locali e favorisce le multinazionali; la sistematica distruzione di tutto l’ assetto valoriale della nostra civiltà. Questo è diventata l’ Unione Europea».

La Meloni, inoltre, ha sottolineato che la ribellione dei popoli non è ad un’unione tra stati europei ma a questa configurazione d’Europa, voluta e patrocinata dai vari Merkel e Macron e da tutti coloro che si riempiono «la bocca di espressioni come Stati Uniti d’Europa. […] A chi vuole gli United States of Europe noi rispondiamo che vogliamo a United Europe of States”!».

Aggiungendo che la grandezza dell’America sta nell’aver riconosciuto e affermato le «comuni radici culturali e religiose, che rappresentano ieri come oggi il vostro destino comune». Ricordando, invece, come in Europa si viva in una «dittatura soft del politicamente corretto […], del relativismo culturale» dove «ci vogliono senza una identità religiosa e pretendono che rinneghiamo le nostre radici cristiane […] senza identità sessuale […] individui che scelgono se essere maschi o femmine» e dove «ci vendono come libertà la mostruosità criminale della legge voluta dai Dem nello Stato di New York sull’aborto fino al nono mese».

Ed è proprio sui temi etici che si gioca la tenuta valoriale di un occidente che ha rinnegato le sue radici greco-romane e cristiane, favorendo una rivoluzione antropologica  per la quale «ogni desiderio diventa un diritto, ogni capriccio diventa un diritto» – come ha affermato la politica romana al contestatissimo World Congress of families – concludendo il suo applauditissimo intervento con una solenne promessa «[…] noi difenderemo Dio, la patria e la famiglia, lo faremo per difendere la nostra libertà perché noi non saremo mai schiavi e semplici consumatori in balia della speculazione finanziaria».

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Diego Panetta

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