Red Land-Rosso Istria, il film di Maximiliano Hernando Bruno a Milano, come a Torino, come dappertutto, si vede in periferia oppure niente se a Perugia – con 150 mail di richiesta, lo segnala Fausto Biloslavo sul Giornale – non si trova un cinema che lo proietti.
Ed è un film già visto questo del boicottaggio. Accadde con Magazzino 18, lo spettacolo di Simone Cristicchi nei teatri. Marchiato come revisionista. Dimenticato.
Come Piazza Rossa, a Mosca, quel rosso non traduce “comunismo” così Rosso Istria – nel ricordo – è solo il colore della bauxite.
La stessa tinta del sangue dice Norma Cossetto, la protagonista, storicamente vissuta in carne, ossa e ventre, stuprata e gettata nella foiba, fatta preda – con lei altre 11.000 vittime – di una vendetta contro ogni italiano in Istria.
La memoria degli italiani – massacrati dai partigiani agli ordini del Maresciallo Tito, poi beneficiato dall’alta onorificenza della Repubblica Italiana – irrita il mainstream e i cinematografari che sono, con i letterati, la falange dell’imperio conformista si adoperano in un’operazione d’oblio perfettamente riuscita malgrado le code degli spettatori davanti ai pochissimi cinema disposti a proiettare Red Land.
Che pena. Neppure le appartate sale a luci rosse pagano pegno a tanta soggezione. Red, appunto. Un tema proprio hard. (dal Sole24Ore)