Televisione. Coliandro 7: il ritorno in tv del braccio maldestro della legge

Torna l’ispettore Coliandro, braccio maldestro della legge e ormai icona del piccolo schermo che dal 2006 fa divertire con gag, avventure in stile poliziesco anni ’70 e con le citazioni delle pietre miliari del cinema d’azione.

Fra una settimana la Rai riproporrà la settima stagione della popolare serie, un mix di noir e di commedia sullo sfondo di episodi che spesso rivisitano famosi casi di cronaca: traffico di rifiuti tossici, infiltrazioni della camorra, rendition (ricordate il caso Abu Omar?), la Uno Bianca, i combattimenti clandestini. Merito dell’appassionato lavoro dei Manetti Bros e del “papà” di Coliandro Carlo Lucarelli che lanciò il suo personaggio agli inizi degli Anni Novanta con i racconti Nikita (parte dell’antologia I delitti del Gruppo 13), Falange Armata, Coliandro, Il Giorno del Lupo, goffo quanto la sua controparte televisiva ma molto diverso nell’aspetto.

I primi episodi del piccolo schermo riproposero i titoli di quelle storie per poi proseguire con trame ad hoc, mai collegate fra loro e ambientate in una Bologna che di giorno è la città universitaria e sempre in fermento che tutti conosciamo, mentre di notte è il Bronx o qualche altro quartiere della periferia americana dove l’ispettore, innamorato di Callaghan, affronta il cattivone di turno con il leggendario “coraggio fatti ammazzare”.

Un poliziesco che piace perché visto dalla lente, a goccia, di un poliziotto che rappresenta tutti i vizi e le virtù di quelle persone che si danno da fare, sbagliano, ci riprovano, sbagliano ancora, cazziatoni a non finire senza mai perdere la fiducia nel fatto che un giorno o l’altro le loro qualità umane e professionali verranno riconosciute.

@barbadilloit

MP

MP su Barbadillo.it

Exit mobile version