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Sulle sue musiche agirono Mario Brega versione furfante del West, lo sfortunato Franco Gasparri che colse fama e successo con Mark il Poliziotto, Adolfo Celi primario premuroso e non (ancora) goliarda barone di cliniche; la bellissima Laura Gemser, ennesima epifania di Emmanuelle, l’icona (in lei nera) dell’erotismo.
Il biondo commissario di ferro Maurizio Merli e il biondissimo Renato Cestié, il bimbo vittima del fato nei “lacrima-movie”. Tra i registi coi quali collaborò di più ci fu Stelvio Massi, che diresse alcuni dei capisaldi del poliziottesco e Joe D’Amato, che attraversò tutti i generi (dall’horror allo splatter) fino ad approdare al porno. A lui, D’Amato, che si vantava d’aver dato al pubblico ciò che il pubblico voleva e senza un filo d’ipocrisia, debbono fama e successo miti odierni come Rocco Siffredi.
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Cipriani attraversò tutta l’epopea del cinema all’italiana. Ne seguì le evoluzioni, partecipò a quella stagione di critica ostile e incassi da capogiro. Fu tra gli “artigianali” di quel cinema che solo tanti anni dopo sta vivendo una delicata fase di riscoperta.