Politica (di E.Nistri). Dal Fattore K al Fattore E come Europa: l’attacco ai popoli liberi

L'euro come dogma?
L’euro come dogma?

C’era una volta il fattore Kappa, espressione coniata da quel grande giornalista che fu Alberto Ronchey per indicare  la difficoltà dell’alternanza politica al governo di un paese occidentale, quando il partito comunista rappresentava, come nell’Italia della prima repubblica, il secondo partito. Oggi il fattore Kappa non esiste più e le forze politiche comuniste o post-comuniste costituiscono una realtà marginale. In compenso le vicende politiche dei giorni scorsi mettono in evidenza l’emergere di una nuova conventio ad excludendum. Lega e Movimento Cinque Stelle, che hanno ottenuto alle scorse elezioni la maggioranza relativa dei suffragi e la maggioranza assoluta dei seggi, avrebbero avuto i numeri per governare, una volta superate le ovvie divergenze umorali ancor prima che ideali dei loro rappresentanti. A impedirglielo è stato non tanto il veto del presidente Mattarella, che si è avvalso, in maniera opinabile ma legittima, di un diritto previsto dalla Costituzione, quanto dal fuoco incrociato di investitori (e speculatori) internazionali nonché rappresentanti a vario titolo delle istituzioni  europee, preoccupati di un governo che avrebbe potuto ridiscutere la partecipazione dell’Italia all’Unione, magari utilizzando la minaccia dell’uscita dalla moneta comune per ottenere – con l’ausilio di un tecnico navigato come Savona – una rinegoziazione più favorevole dei trattati.

Al fattore Kappa come Kommunizm si è sostituito un fattore E, come Europa, o P, come Populismo. Sotto questo profilo, l’Italia rimane una nazione in cui la sovranità del popolo è limitata, ma con una differenza: il Pci nella prima repubblica non raggiunse mai la maggioranza relativa dei consensi, tranne che nelle elezioni europee del 1984, sull’onda emotiva della scomparsa di Berlinguer. I partiti populisti l’hanno ottenuta, ma non governano lo stesso: il fattore E è meno democratico del fattore K. Chi sa cosa ne avrebbe pensato Ronchey…

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Enrico Nistri

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