StorieDiCalcio. Juventus ’77, il miracolo tutto italiano che conquistò l’Europa

trap 77La genesi di un gruppo vincente e italiano.

E’ il 1970 quando Boniperti viene nominato presidente con l’incarico di aprire un ciclo di successi in Italia, facendo invece da traino per il movimento calcistico, precipitato nel ranking europeo addirittura dietro a paesi considerati inferiori economicamente e tecnicamente come Germania dell’Est e Belgio.

Il presidente bianconero elabora un progetto basato sull’utilizzo a livello tattico della zona mista e a livello societario sulla valorizzazione di giovani ragazzi del settore giovanile, quali Furino e Bettega o  sulla selezione  dei migliori prospetti del calcio italiano, quali Cuccureddu, Scirea, Gentile, Tardelli e Causio e un allora giovanissimo Antonio Cabrini. Dopo aver ottenuto tre affermazioni in campionato e raggiunto la prima finale di Coppa dei Campioni della storia bianconera, la Juventus perde il campionato 75-76, piazzandosi al secondo posto dietro al Torino. Data la stagione deludente viene chiamato a sostituire in panchina la bandiera Carlo Parola, vincente da giocatore e da allenatore, il 37enne Giovanni Trapattoni, che, non avendo conseguito grandi risultati nei diciotto mesi da allenatore della prima squadra del Milan, viene accolto tra lo scetticismo generale di tifosi ed addetti ai lavori. Ulteriori dubbi sulla sua competenza vengono  sollevati in merito allo scambio tra il ventottenne simbolo juventino Anastasi e Boninsegna, bandiera nerazzurra più anziano di ben 5 anni, i quali vennero obbligati al trasferimento per vincoli contrattuali. Come se non bastasse, Trapattoni fa partire il regista trentenne Capello per il mediano Romeo Benetti, vecchio pallino del tecnico di Cusano Milanino, oltreché vecchia conoscenza bianconera della fine degli anni ‘60.

In entrambi i casi le decisioni del Trap si dimostrano geniale e lungimiranti, poiché Boninsegna e Benetti diventano da subito dei pilastri bianconeri; mentre Capello e soprattutto Anastasi faticheranno ad ambientarsi nelle rispettive avventure milanesi.

Con una squadra rinnovata la Signora torna a trionfare in Italia e si scopre schiacciasassi in Europa, partecipando da protagonista alla Coppa Uefa 76-77. All’epoca diversamente da oggi tale manifestazione era forse quella col livello medio più elevato, poiché garantiva la partecipazione di ben 17 squadre dei principali campionato europei, contro le 4 della Coppa Campioni, alla quale accedevano solo le nazioni vincitrici o al numero variabile della Coppa delle Coppe, cui accedevano i vincitori delle coppe nazionali.

La rosa dei bianconeri.

 La rosa bianconera ha nei suoi punti di forza una forte identità nazionale, essendo formata totalmente da giocatori italiani e una difesa impenetrabile per la presenza tra i pali di Zoff, miglior portiere dell’epoca, dello stopper Morini, famoso per le doti nell’anticipare gli attaccanti avversari, del dodicesimo uomo Spinosi, del libero Scirea, abilissimo nell’impostare il gioco e  dei terzini Gentile, abilissimo nelle marcature, e Cuccureddu, jolly capace di giocare in ogni ruolo della difesa e del centrocampo. Per quanto riguarda la zona di centrocampo invece schiera due mediani di contenimento come Benetti e capitan Furino, una mezzala dalle grandi qualità tecniche Marco Tardelli e un esterno offensivo tecnico, abile nel dribbling e nel servire assist al bacio per i compagni come Franco Causio. A completare la formazione ci pensano i due terminali offensivi: Roberto Bettega, bomber torinese dall’istinto letale e dalla tecnica sopraffina e l’ex interista Roberto Boninsegna, che dopo aver messo a tacere gli scettici, realizza 22 reti, di cui 10 distribuite equamente tra coppa nazionale e Coppa Uefa e si guadagna l’etichetta di “Asso di Coppe”, per l’innata vocazione nel risolvere partite di cartello.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=BAwI50d1OhY[/youtube]

Alla conquista d’Europa.

Nel primo turno di Coppa Uefa i Bianconeri incontrano gli inglesi del Manchester City, nel suo periodo di maggior fulgore a livello nazionale e internazionale, condito da un titolo inglese nel 67-68, una FA Cup nel 68-69, una Coppa delle Coppe nel ’70 ed una Community Shield nel 75-76 e seconda potenza inglese quell’anno. Negli inglesi militano giocatori del calibro  di Corrigan, portiere più vincente e longevo della storia dei Blues, David Watson, colonna della nazionale inglese, di Brian Kidd, campione d’Europa ‘68 con lo United, Dennis Tueart, attaccante dell’anno nel 75-76 e nel 76-77 e Lee, bomber e bandiera dei Citizens.

Nella gara d’andata vincono gli inglesi per 1-0,grazie al gol di Kidd, che  raccogliendo la sponda del compagno sugli sviluppi di un calcio d’angolo, deposita in rete indisturbato. Al Comunale di Torino la Juventus ribalta il risultato, imponendosi per 2-0 grazie alle reti firmate da Scirea e da Roberto Boninsegna.

 Nel secondo turno il sorteggio non è benevolo e regala ai bianconeri un’altra squadra di Manchester, lo United. L’andata si gioca ad Old Trafford, uno dei tempi del calcio mondiale e i Red Devils hanno la meglio sempre per 1-0 , grazie ad  un capolavoro di Gordon Hill, che raccogliendo una sponda del compagno,  trafigge Zoff con un bolide dalla lunga distanza.

Nella gara di ritorno la Vecchia Signora asfalta  per 3-0  il Manchester United, grazie ad  una fantastica doppietta di Boninsegna, autentico mattatore di serata, che al ‘29 in spaccata e al ‘63 con uno splendido colpo di tacco batte il portiere inglese e ad una sassata di Benetti, che chiude i conti all’83’.

Agli ottavi di finali la Juve incontra gli ucraini dello Shakhtar Donetsk, regolandoli nella gara d’andata con i gol di Bettega, Tardelli e Boninsegna e rendendo così ininfluente la sconfitta per 1-0 nel ritorno.

 Approdata ai quarti di finale  la Juventus incontra i tedeschi del Magdeburgo, squadra principe del movimento calcistico della Germania dell’Ovest, vincendo sia all’andata per 3-1 con i gol di Cuccureddu, Benetti e Boninsegna e al ritorno per 1-0  sempre con gol  di Cuccureddu , il terzino goleador.

In semifinale la Vecchia signora incontra i greci dell’AEK Atene, autori dell’eliminazione di squadre di prestigio come Stella Rossa, Dinamo Mosca e Derby County, campione d’Inghilterra due anni prima e semifinalista nel 72-73 di Coppa Campioni.  Tra andata e ritorno va in scena la sagra del gol in salsa bianconera con un gol del solito Cuccureddu, un gol del “Barone” Causio e 3 gol del canterano Bettega, a siglare il 5-1 complessivo e  trascinare i bianconeri in finale. Ad attendere la Juventus ci sono gli ostici avversari dell’Athletic Bilbao, già autori dell’eliminazione del Milan di Rivera e Capello agli ottavi e del Barcellona del fuoriclasse Johan Cruyff, in un derby tra indipendentisti spagnoli.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=-DMUyKviNkc[/youtube]

I biancorossi inoltre, come la squadra di Trapattoni vantano una rosa composta da soli giocatori del proprio paese, con una particolarità sono tutti baschi, come prevede la politica del club dei Paesi Baschi, rigorosamente e fieramente indipendentista.  La squadra è capitanata da Iribar, bandiera della squadra basca e della nazionale spagnola,  sosia di Zoff e come quest’ultimo già campione d’Europa con la propria Nazionale. In difesa troneggia lo stopper Augustin Guisasola affiancato da Lasa o dal terribile Goicochea; mentre sulle fasce corrono Alexanko e Escalza due terzini con grande propensione al sacrifico. A fare da schermo alla difesa è preposto il coriaceo Villar, un mediano con un futuro nella politica del calcio internazionale, al suo fianco Rojo o Irureta e ai lati i centrocampisti offensivi Amorrortu e il talentino Dani, secondo miglior alfiere internazionale della storia del club . Il reparto offensivo è formato invece dal fantasista Churruca e dal bomber “Txetxu” Rojo.

La finale comprende una gara d’andata da svolgersi al Comunale di Torino, casa dei bianconeri e una di ritorno al San Mames, arena dei leoni baschi.

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=_PQgFU_D5Rw[/youtube]

 La gara di andata, inizia con i padroni di casa della Juventus, che attaccano con grande intensità, trovando il gol del vantaggio nel primo quarto d’ora con una splendida torsione di Marco Tardelli su cross al millimetro di Scirea, in una delle sue consuete proiezioni in avanti. Dopo essersi portati in vantaggio i bianconeri diminuiscono l’intensità del loro gioco, riuscendo comunque a creare diverse occasioni per sferrare il colpo del K.O.

 La gara di ritorno è la fotocopia di quella d’andata: i bianconeri, dopo aver trovato brillantemente il vantaggio con Bettega e aver subito l’immediato pareggio firmato Irureta, viziato da posizione di fuorigioco, si fanno schiacciare troppo dalla pressione dei padroni casa, che spronati dalla bolgia infernale del San Mames sono un pericolo costante dalle parti di Zoff. La muraglia bianconera mostra un leggero cedimento al ’35 del  secondo tempo, quando al termine di  una bella azione, imbastita con un lancio lungo e confezionata con una triangolazione perfetta, l’Athletic riesce a trovare il secondo gol grazie al neoentrato Carlos, che appostato sul secondo palo, deposita in rete. Il risultato però non è sufficiente ai baschi, che vedendosi sfavoriti dalla legge dei gol in trasferta, sono costretti a riversarsi nella metà campo avversaria alla disperata ricerca di un’altra rete. Per fortuna della Juventus gli attacchi degli uomini di Kiko Aguirre non sortiscono alcun effetto e il capitano Beppe Furino  può alzare al cielo il primo trofeo internazionale della Vecchia Signora.

Questo successo internazionale, primo di una lunga serie, porta con sé record, che vedono la Juventus come l’unica italiana degli anni ’70  vittoriosa in Europa e l’unica squadra al mondo ad aver vinto un trofeo con soli giocatori della propria nazione. Tale colonia italiana andrà a rimpolpare l’organico della Nazionale, ben 9 di questi giocatori parteciperanno al Mondiale dell’anno successivo, in cui l’Italia finirà al terzo posto, gettando le basi per la successiva conquista del Mondiale, sempre all’insegna dell’Ital-Juve.

@barbadilloit

 

 

 

Giacomo Bonetti

Giacomo Bonetti su Barbadillo.it

Exit mobile version