Chiesa. Addio al cardinal Caffarra, sfidò la cultura della morte

 

Scompare il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna, all’età di 79 anni. La Chiesa Cattolica purtroppo ha perso un’altra personalità carismatica. Come Biffi, Caffarra difese fino alla fine dei suoi giorni l’ortodossia cattolica, la famiglia e la vita contro la cultura della morte imperante in questi anni. Nonostante non si fosse mai arreso, aveva tuttavia compreso l’ineluttabilità della decadenza umana e morale, come affermò sulle pagine de Il Giornale (28 giugno 2017), commentando il caso di Charlie Gard: “Siamo arrivati al capolinea della cultura della morte. Sono le istituzioni pubbliche, i tribunali, a decidere se un bambino ha o non ha il diritto di vivere. Anche contro la volontà dei genitori. Abbiamo toccato il fondo delle barbarie.” Negli ultimi anni si era apertamente opposto alle spinte aperturiste del cattolicesimo moderno, certo che il tema della famiglia costituiva il Cavallo di Troia del modernismo religioso.

 

Una vita per la famiglia

 

Caffarra si impegnò dentro e fuori la Chiesa Cattolica nel difendere la famiglia e il matrimonio. La sua lucidità intellettuale e la sua profonda conoscenza della bioetica lo aiutò a comprendere i pericoli antropologici e morali che incombevano sulla famiglia. La sua decadenza, secondo Caffarra, ebbe origine dal venir meno dell’Amore cristiano: “È avvenuto come uno scippo. Una delle parole chiavi della proposta cristiana, appunto ‘amore’, è stata presa dalla cultura moderna ed è diventata un termine vuoto, una specie di recipiente dove ciascuno vi mette ciò che sente. Così la verità dell’amore è oggi difficilmente condivisibile.” Come presidente del Pontificio Istituto per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, un ruolo che ricoprì dal 1981 al 1995 per volere di papa Giovanni Paolo II, denunciò le trasformazioni perniciose della società moderna che stavano dissolvendo le naturali relazioni familiari. Si scagliò con dure parole contro i disegni di legge per le unioni civili e per i matrimoni gay. In un’intervista su Tempi del 19 giugno 2015 affermò:L’Europa sta morendo. E forse non ha neanche più voglia di vivere. Poiché non c’è stata civiltà che sia sopravvissuta alla nobilitazione dell’omosessualità. Non dico all’esercizio dell’omosessualità. Dico: alla nobilitazione della omosessualità.” Queste parole di fuoco furono espresse dopo che il Parlamento Europeo approvò un rapporto sull’uguaglianza di genere e sulle famiglie gay, ravvisandovi la fine dell’Europa e dell’Occidente.

 

 

Contro l’aborto, per la vita

 

Le sue prediche e i suoi studi non si focalizzarono solo sulla famiglia e sul matrimonio. Caffarra si occupò di bioetica, preoccupandosi soprattutto di ingegneria genetica. Sull’aborto fu sempre inflessibile nel condannarlo e non ebbe riluttanza nel dire che “è un vero e proprio omicidio, poiché è l’uccisione deliberata e diretta di un essere umano.”

 

Il cardinale che sfidò papa Francesco

 

Negli ultimi tempi Caffarra aveva espresso numerosi dubbi sulle prese di posizioni di Papa Francesco su matrimonio e famiglia nell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. Il porporato bolognese, insieme ad altri tre firmatari (Brandmüller, Burke e Meisner), inviò una lettera di chiarimento al pontefice sul contestato capitolo otto del documento, riguardante l’accoglienza e il discernimento familiare. Nei famosi Dubia si manifestavano le sue preoccupazione sulla comunione ai risposati divorziati e in generale sulla concezione cristiana della famiglia di papa Bergoglio. Caffarra, su Il Foglio del 15 gennaio 2017, dichiarava: “Credo che vadano chiarite diverse cose. La lettera, e i dubia allegati, è stata lungamente riflettuta, per mesi, e lungamente discussa tra di noi. Per quanto mi riguarda, è stata anche lungamente pregata davanti al Santissimo Sacramento”. Nello stesso articolo il cardinale replicava a chi lo definiva un nemico del papato: “Esiste per noi cardinali il dovere grave di consigliare il Papa nel governo della Chiesa. E’ un dovere, e i doveri obbligano. Di carattere più contingente, invece, vi è il fatto – che solo un cieco può negare – che nella Chiesa esiste una grande confusione, incertezza, insicurezza causate da alcuni paragrafi di Amoris laetitia. In questi mesi sta accadendo che sulle stesse questioni fondamentali riguardanti l’economia sacramentale (matrimonio, confessione ed eucaristia) e la vita cristiana, alcuni vescovi hanno detto A, altri hanno detto il contrario di A. Con l’intenzione di interpretare bene gli stessi testi.”

 

Risuonano ancora le sue parole d’amore per la Chiesa Cattolico e quelle d’orgoglio per essere un cristiano cattolico: “Io sono nato papista sono vissuto da papista e voglio morire da papista!” Sbaglia chi lo ha definito un avversario del papato, tanto meno di Bergoglio, ed è in errore chi lo etichettò come un tradizionalista. Caffarra fu un umile servitore di Cristo e, in quanto tale, ha difeso i Suoi insegnamenti dai lupi che insidiano il gregge cristiano.

@barbadilloit

Alfredo Incollingo

Alfredo Incollingo su Barbadillo.it

Exit mobile version