Il caso. Così King Claudio Ranieri abbandonò i deboli: “Sto con Donnarumma e Raiola”

Ranieri

Dopo un anno e mezzo da frontman ad honorem delle milizie oltranziste del calcio delle bandiere, Re Claudio Ranieri – deposto dagli stessi braccianti, in combutta con il governo, che lo avevano canonizzato per la fable Leicester – torna a parlare, sotto i riflettori di Nantes, sua nuova sede operativa che sembra tanto somigliare a Versailles per le affermazioni del coach ei-fu-popolarissimo.

Io sto con Gigio e Raiola – incalza, dopo aver detto la sua sul “caratterino” di Spalletti e su Montella -. Non c’entrano niente i soldi. Ed è ridicolo parlare di tradimento. Il nocciolo del problema è che il giocatore rinnoverà il contratto con il Milan solo se crederà al progetto di rilancio presentato dai nuovi proprietari del club rossonero. Raiola tempo fa aveva detto: “Un talento come Donnarumma merita di far parte di una grande squadra”. Il Milan oggi vale le 5-6 formazioni leader del calcio europeo? I soldi non c’entrano – afferma sicuro -, L’offerta economica dei dirigenti rossoneri è ottima. E’ una questione di ambizioni. Di percorso professionale. Se Donnarumma, che so, dovesse andare al Real Madrid nei prossimi dieci anni di carriera potrebbe vincere due-tre Champions, giusto? È normale che abbia dei dubbi. È giusto che abbia dei dubbi. Invece lo accusano di essere un traditore. Se deciderà di restare al Milan il suo sarà un grande atto di amore nei confronti del mondo rossonero”.

Ma come? Un papillon da Paperone basta a snaturare chi sedeva sulla panchina dei deboli con tuta proletaria dei Foxes? Che è successo alla baldanza del Dilly Ding Dilly Dong, inno alla speranza fieramente legittimato dall’appartenenza di icone prodi e intrepide come Vardy e Mahrez, che avevano detto no, inflessibili, a ogni offerta miliardaria? Abbiamo costruito un mito che non esiste? Certo le lacrime di un popolo in festa e il vento di un miracolo di provincia diventano roba vecchia e annacquata che ora strizza l’occhio ai padroni a cui resisteva. Sic est camarilla…

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Francesco Petrocelli

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