«Che significa percepire il silenzio di Gesù e riconoscerlo per mezzo del suo rimanere in silenzio? Dai Vangeli sappiamo che Gesù di continuo ha vissuto le notti da solo “sul monte” a pregare, in dialogo con il Padre. Sappiamo che il suo parlare, la sua parola proviene dal rimanere in silenzio e che solo in esso poteva maturare. Proprio chi è ormai in silenzio da molti anni dunque, vede nella proposta del cardinale africano un motivo di riflessione profonda che va oltre la semplice proposta dell’assenza di rumore, ma è una ricerca di qualcosa di superiore. Sarah «ci insegna il silenzio: il rimanere in silenzio insieme a Gesù, il vero silenzio interiore, e proprio così ci aiuta anche a comprendere in modo nuovo la parola del Signore». Il cardinale «è un maestro dello spirito che parla a partire dal profondo rimanere in silenzio insieme al Signore, a partire dalla profonda unità con lui, e così ha veramente qualcosa da dire a ognuno di noi».
In un momento storico in cui ormai anche in ambito liturgico molti cattolici hanno perso il senso del silenzio, preferendo schitarrate, balli di pessimo gusto e applausi frenetici, ricordare che la vera Tradizione è quella del silenzio, della meditazione e della preghiera personale non è certo da poco.