Tarantelle. “Non si vota nei Paesi civili”, così la Bocciofila rottamò Renzi

napolitanoVorrebbe andare a votare, e non si capisce bene il perché, quel vecchio brontolone di Matteo Renzi. S’è rizelato malamente, l’ex premier. Stravolgendo la sua stessa natura, ha attaccato tutto e tutti. Mica fesso; fessi, magari, gli italiani che magari abboccano alle promesse da rinnovellato asfaltatore dell’ex sindaco d’Italia. E perciò, Renzi si fa Grillo e riapertosi il blog, attacca i poteri forti.

Come se ne avessimo di poteri forti, in Italia. Quattro vecchioni (non Roberto) che ancora amministrano, magheggiano, testimoniano, sfottono, stringono le mani, danno lezioni, si lamentano dei bei tempi andati. Altro che Bilderberg, il vero circolo occulto che governa la nostra nazione è il Club della Bocciofila.

E Renzi gli ha pestato i piedi quando (avrebbe) attaccato il buon Mario Monti sotterrandone con l’illuminata (ahahah) azione di governo francobollandolo con l’epiteto di Dracula. Niente di originale, ‘na cosa del genere l’aveva già cacciata Casapound tempo fa. Però il Loden mannaro s’è offeso. E l’ha commiserato manco fosse un povero cristo grillizzato: “Mi fa pena”. E la Bocciofila se l’è legata al dito.

Ora succede che Matteo vuole forzare il bizantino cerimoniale congressuale della sinistra (?) italiana. Subito al voto, senza fare il congresso: hai visto mai che D’Alema gli fa (un altro) piattino? E quindi daje, elezioni subito, come vogliono gli italiani e blablablabla.

È qui che esce fuori il campione dei campioni, stavolta implacabile redde rationem per il tracotante fiorentino. Scende in campo Re Giorgio I, suo antico protettore e precettore. Che lo sbeffeggia, manco fosse un Grillo di secondo server: “Nei Paesi civili si vota a fine mandato, alla scadenza naturale. Per far cadere il governo occorrono motivi seri”.

Una colata d’asfalto bon ton rottama Renzi, su cui pone la lapide la signora Laura Boldrini: “Ho già espresso auspici perché durante il resto della legislatura si completino importanti interventi legislativi nel contrasto alla povertà e in materia di diritti”. Lercio, autentico faro dell’informazione nostrana, l’aveva già anticipata ‘sta storia quando – con un’anticipazione degna del migliore giornalismo anglosassone – c’aveva rivelato l’intenzione di imporre in tutti i dizionari del regno l’uso del termine “clocharda” per la parità di genere fuori dalla Caritas.

Uno-due fulminante. Renzi prova su di sé il più orribile strumento di tortura italico, il politichese applicato all’educazione istituzionale che poi è il randello grazie a cui Pd e alleati sinistromorfici cercano di delegittimare chiunque non la pensi come loro. La stessa arma di distruzione di massa contro cui ci siamo schierati nel mondo e che perciò ci ha fatto tifare per Trump e Farage nonostante (e chi scrive lo ribadisce) l’assoluta lontananza culturale, politica e umana dal loro mondo.

Quell’ordigno distruttivo è il politicamente corretto, Matté. E tu sei stato solo un goffo apprendista stregone. Non eri tu il padrone di quella immensa forza occulta, no. Sono quelli della Bocciofila, i mammut grigi in sorrisini e titoli tecnonobiliari, che ne sono i padroni indiscussi.

Post Scriptum: non c’entra niente ma pare che in quelle stesse ore l’altro paladino della Bocciofila, il révénant Romano Prodi abbia criticato i giovani perché conoscono e amano solo Maradona. In realtà, caro Prof, ti brucia malamente. Non si chiama cultura, questa. Né richiamo al senso civico di una nazione. No, la tua è solo invidia. Viva el Diez!

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Alemao

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