Murray appare a ogni torneo sempre più solido. Da fondocampo è l’unico, assieme con Djokovic, cui bisogna fare il punto quattro, cinque volte.
– Come direbbe Galeazzi –, al momento tra i primi due al mondo e il resto del ranking c’è luce tra le barche.
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Assente dai prati di Church Road, rimane lo spettacolo. Vedere scambi sotto rete, del sano gioco di volo tutto tocco e leggiadria come un tempo, è ormai una rarità perfino a Wimbledon. Troppo poderosi i servizi, troppo forti e profonde le risposte. Quelle poche volte che lo scambio esce dalla fase del servizio, anche a Wimbledon si trasforma in un bombardamento da fondo. Tant’é.
Finita la finale, pure breve per giunta, gli appassionati avranno cercato conforto in qualche VHS, come gli amanti del jazz in qualche vinile di Coltrane. Consiglio: rivedetevi Becker – Stich del 91.
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Il discorso non cambia neanche col gentil sesso. Vince infatti ininterrottamente la meno gentil sesso di tutte. La mastodontica Serena. Troppo potente, troppo tutto. La Kerber che pure in Australia l’aveva battuta, sabato non ce l’avrebbe fatta neanche con due bicchieri di testosterone.
Il prossimo appuntamento per rivedere i grandi del tennis sono le Olimpiadi di Rio.