L’acqua salata di De Luca ha spronato l’animo rivoluzionario dell’arancione inquilino di Palazzo San Giacomo, Luigi de Magistris. Sulle battaglie dei beni comuni ha costruito gran parte dell’unità e della coesione nell’area a sinistra del Pd (una volta occupata da Idv e oggi seriamente insidiata dai Cinque Stelle) e la scelta del governatore non può lasciarlo indifferente. Ha già preparato un ricorso e, statene certi, su questo giocherà parte (decisiva) dell’antipasto di campagna elettorale. Il dato, attualmente, è questo: De Magistris marca le distanze dal Pd deluchiano e strizza l’occhio ai delusi, gli scontenti, gli arrabbiati che fecero la sua fortuna (elettorale) l’ultima volta. Lo sceriffo, intanto, continua a manganellare come un forsennato. Dopo il caos in consiglio regionale ha lasagnato i grillini (“squadristi”) e ha mandato seggiate al suo stesso partito (“gli imbecilli stanno anche nel Pd”). Nel frattempo, laboriosa e minuziosa gestazione ha portato alla luce la nuova segreteria politica democratica campana. Prima senza riferimenti deluchiani, poi le aggiunte (in corsa?) del fedelissimo (e suo vice in giunta) Bonavitacola e del presidente del gruppo consiliare Mario Casillo. Dentro, dicono i dem, in ossequio alla carica istituzionale rivestita.
E Bassolino elogia il sindaco di Bogotà (ricandidato dopo 14 anni)
E mentre infuria tutto ‘sto frastuono, Antonio Bassolino lancia nell’etere la suggestione colombiana. “È stato negli anni novanta un ottimo sindaco di Bogotà. Dopo 14 anni si è ricandidato e ha vinto nettamente. Buon lavoro e Enrique Penalosa”. Ecco, l’ultimo mandato del Vicerè di Afragola spirò nel 2000, quindici anni fa. Auspicio, lapsus facebookiano o stavolta fa sul serio?
@barbadilloit
@giovannivasso