Chiesa. Cacciari: “Al Sinodo vince sant’Ignazio, non gli atei di sinistra”

Tradizionale saluto del nuovo anno del Papa al corpo diplomaticoDivorziati risposati? «Vince lo spirito di sant’Ignazio di Loyola». Lo dice a La Stampa il filosofo Massimo Cacciari. Ateo presunto, sì, ma anche un intellettuale che di cose ultime se ne intende. La sua è una lettura potabile, ma che non la dà a bere a nessuno. Anzi. Sarebbe sbagliato leggere, infatti, con le categorie del compromesso politico gli esiti del duplice Sinodo sulla Famiglia che si è concluso sabato e che al paragrafo 85 del documento finale apre al metodo «caso per caso» in merito all’inclusione nel corpo ecclesiale di chi ha visto fallire il proprio matrimonio. La dottrina è salva; lo spirito di misericordia pure. «Non è un mettersi d’accordo fingendo di ignorare le differenze. È il riconoscimento della complessità civile ed etica del contesto mondano, con la necessità di accompagnarlo nelle valutazioni. Non è cedere ai principi e comportamenti mondani. È riconoscere la realtà per cambiarla», spiega ancora Cacciari.

L’ex sindaco di Venezia pone una chiave di lettura utile, non solo a interpretare i risultati di un dibattito che ufficialmente dura ormai da due anni, ma tutto il pontificato di Bergoglio, papa argentino appassionato di Robert Hugh Benson e religioso che si è fatto le ossa su quegli Esercizi spirituali che chiamano alla battaglia contro le schiere del Demonio. Insomma, uno che al di là delle critiche non intende «cedere, o arrendersi, al mondo moderno». Francesco, stavolta, incassa una vittoria in termini “assoluti”. “Assoluti”, nel senso che essa ha che vedere che le regioni alte della fede: «Bergoglio – dice Cacciari – non ha scelto il nome del santo di Assisi per arruffianarsi il moderno ecologismo. Sa sciogliere lentamente i nodi, ha una prospettiva di secoli. La Chiesa termina con la fine del mondo».

Che c’entra tutto ciò con il Sinodo? «Lì – spiega il filosofo – si è proposto un secolare dissidio nella Chiesa. Francesco è coerentemente un gesuita, nella sua accezione più nobile. Alla fine è riuscito a trascinare con sé la maggioranza dei padri sinodali. Ora il Papa è più forte ma l’esito della partita resta imprevedibile. Deve diffidare dell’appoggio laicista di quanti vogliono appropriarsi del Papa per battaglie che nulla hanno a che vedere con la profondità del suo messaggio di fede. Gli atei di sinistra rischiano di provocare al suo pontificato gli stessi danni che gli atei devoti e i teocon hanno causato a quello di Ratzinger».

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Fernando Massimo Adonia

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