Il commento (di A.Grandi). Il trattato Ttip danneggerà industria e agricoltura europea

stop-ttip-generic-fbL’informazione ufficiale ha celebrato come un trionfo di Obama la firma del Tpp, l’accordo per il libero scambio tra Stati Uniti e una dozzina di Paesi del Pacifico, dall’Australia al Sud Est Asiatico, sino ad alcuni Paesi latinoamericani. Ed ora il trionfo potrebbe ripetersi con la sigla del Ttip, tra le due sponde dell’Atlantico, coinvolgendo 800milioni di consumatori. Consumatori, perché le persone non fanno parte dell’accordo.
Le persone, quelle vere, stanno contestando il nuovo trattato, ma altre persone, sempre vere, hanno protestato anche per il Tpp. Persino negli Usa. Dove la classe media, ma anche il ceto di lavoratori pagati un po’ meno, si è resa conto che il trattato favorirà soltanto le grandi multinazionali. Quelle che, con regole imposte dagli Usa e con salari bassi dei singoli Paesi, andranno a delocalizzare laddove la manodopera costa meno. Senza rispettare l’ambiente, perché negli Usa dello shale oil e shale gas l’ambiente è un optional. E per le multinazionali americane nel mondo più che un optional è un ostacolo da eliminare.

L’Europa e il dissenso contro il Ttip

Anche per questo in Europa il Ttip non incontra grandi favori. Nonostante una totale disinformazione per cercare di nascondere i problemi. Si parla, poco, dei rischi per gli alimenti europei (e italiani in particolare) che ora rispettano regole molto più rigorose di quelle americane. L’invasione di cibo spazzatura made in Usa, e magari prodotto nei nuovi Paesi aderenti al Tpp senza alcuna garanzia di igiene e sicurezza, è una certezza. Che non solo metterà a rischio la nostra industria, ma soprattutto spazzerà via la nostra agricoltura.
Perché a valutare l’applicazione delle regole saranno i tribunali americani. Tanto per chiarire cosa si intende per imparzialità. E con gli Usa protagonisti centrali delle tue alleanze, transpacifica e transatlantica, il lavoro diventerà una merce come le altre. Tutti alla ricerca dei salari più bassi, delle regole più facili da aggirare, della tolleranza assoluta sui controlli. Una concorrenza sul prezzo e non sulla qualità. Con cancellazione dei diritti dei lavoratori, perché la concorrenza preme. Non è un caso che quest’anno, in Italia, si sia registrata una nuova e preoccupante impennata delle morti da lavoro. Destinate ad aumentare, perché la sicurezza sul lavoro è un costo da abbattere. E le multinazionali che ora acquistano un’azienda europea, domani la chiuderanno e conserveranno solo il marchio per una produzione da realizzare in qualunque altro Paese coinvolto nei due trattati.
L’obiezione dei favorevoli agli accordi? Si aprono nuovi mercati per le aziende europee. In teroria è vero, in pratica si aprono nuovi mercati ma caratterizzati da una povertà crescente e con consumatori che non cercheranno la qualità ma il prezzo più basso. Senza dimenticare che il Ttip non coinvolge la Russia così come il Tpp non coinvolge la Cina. Grandi mercati che, insieme a quelli ormai emersi in Asia Centrale (senza dimenticare l’India), rappresentano pur sempre un’alternativa agli ordini di Washington.

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Augusto Grandi

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