Il caso. L’addio del Chino Recoba, ultima gemma al Sud del Sud del Calcio

Recoba
Recoba

Siamo troppo in ritardo per gli dei, troppo in anticipo per comprendere l’Essere.

(M. Heidegger)

Esserci pur non standoci. Attaccante non proprio, centrocampista nemmeno. Talento magnifico e incolto, sbattuto in panchina da chi sa leggere e scrivere. Alvaro Recoba ha lasciato il calcio mentre il mondo, stanco e sbuffo, di notte guardicchia la Copa America e di giorno se ne va per tribunali.

A Recoba è legata un’immagine, anzi due. Il sette e la panca. Ragazzino storto tutto girato a sinistra, si presenta a Milano, nella chiesa di San Bauscia in Nerazzurro, patrocinato dal cardinal Massimo Moratti. E solo uno come lui poteva capirlo, sopportarlo e amarlo di quell’amore aristocratico e raffinato che trova la forza di negare le sue certezze divenute illusioni, abbandonandosi totalmente, come fece suor Gertrude con il fatidico Egidio. Con passione che giustifica anche il sotterfugio, la capatosteria, l’intransigenza con gli altri indulgente solo con lui.

Il sette, dove Alvaro piazzava il pallone così come un galantuomo delle pampas si scappellerebbe davanti a una gran dama, come la curva interista, presentandosi da lunghissima distanza. La panca, dove gli algoritmi fisici e i tempi sulle ripetute lo rilegavano. Un porcaro capace di volare perchè aveva visto Nostra Signora del Talento, del più puro che si potesse solo immaginare. Bello come un arcolaio prezioso, in lotta disperata per sopravvivere nella selva industriale palestrata e rigidamente schematizzata dei telai meccanici.

Alvaro Recoba ha lasciato il terreno, appartiene alla storia ma non agli storici. È stato, in Italia, l’ultimo campione stanco, quasi perfetta reincarnazione pallonara di Mariolino Corso. Il suo nome significa “lusso”, Recoba è stato la quintessenza dell’indispensabile superfluo. Il cocco di padron Moratti. E solo perchè ha rappresentato ciò che le parole non possono spiegare, le strutture non possono contenere, i cronometri non vogliono misurare. Recoba, l’ultima gemma al Sud del Sud del calcio.

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Giovanni Vasso

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