Uruguay. Un Superclásico mai concluso incorona campione il Nacional

Superclasico
Alvaro Recoba contro il Peñarol

Il Superclásico del paradosso, potremmo chiamarlo, quello giocato poco più di 24 ore fa nel mitico stadio Centenario di Montevideo tra il Nacional di Recoba e il Peñarol di Zalayeta. Nella partita valevole la vittoria del campionato uruguaiano, il Nacional ha battuto gli storici rivali per 3-2 prendendosi derby e titolo, in una partita che, però, non si è realmente conclusa.

Già perché la sfida è stata sospesa a 7 minuti dalla fine del secondo tempo supplementare, a causa delle intemperanze dei tifosi del Peñarol, i quali dagli spalti hanno cominciato a lanciare di tutto dopo un rigore fischiato al Nacional. Così l’arbitro si è visto costretto a decidere per la sospensione della partita, tesissima fino a quel momento, e rimettere la decisione dell’epilogo nelle mani della federazione.

Le origini di una rivalità. Il Superclásico di Montevideo, del resto, non può essere una partita tranquilla. È un eterno Pericón tra le due rivali per eccellenza che ballano insieme, e che ad un tratto si trasforma e prende il carattere vigoroso e a tratti violento del Candombe, quasi che l’obbligo di rendere infernale questa partita ce l’avessero scritto a caratteri cubitali nei propri statuti. Non è un caso, infatti, che quella tra Peñarol e Nacional sia la più antica rivalità tra due squadre di calcio. O meglio, la più antica al di fuori della Gran Bretagna (e del derby  di Praga tra Sparta e Slavia), e la più antica di tutto il Sudamerica. Entrambe, infatti, nascono alla fine dell’Ottocento.

Nel 1891 alcuni ferrovieri di origine inglese (e chi sennò?) diedero vita al Central Uruguay Railway Cricket Club, dai colori sociali giallo e nero, tipici dei segnali ferroviari dell’epoca. Per tutti, però, era il Peñarol, dal nome dell’omonimo quartiere di Montevideo dove aveva sede la squadra (e che prende il nome dalla cittadina piemontese di Pinerolo). Lo divenne ufficialmente solo nel 1915, con il cambio di nome ufficiale. Quel che non ha mai cambiato, invece, è il suo stemma, motivo d’orgoglio per i suoi tifosi : uno scudo con dentro 9 bande orizzontali, 5 nere e 4 gialle, e sopra 11 stelle, come quelle che nelle intenzioni dei pionieri sarebbero dovute sempre scendere in campo a difendere la maglia dei Carboneros (il soprannome che fu dato loro, per ricordare le locomotive a carbone tipiche dell’epoca).

Nel 1899 due società, il Montevideo FC l’Uruguay Athletic Club, diedero vita al Nacional. Una squadra nata con la ferma intenzione di rappresentare gli uruguagi e differenziarsi dagli inglesi, gli unici all’epoca a praticare il football (come successe qualche anno dopo a Barcellona con l’Espanyol, o anche nella vicinissima Buenos Aires con le origini sia del River sia del Boca). Scelsero una divisa totalmente bianca, tutt’oggi usata, che gli valse il soprannome di “Albo”, mentre il taschino presente sulle prime maglie valse loro quello di “Bolso”. Ma forse il più rappresentativo dei soprannomi del club è “Tricolor”, per i colori sociali scelti : blu, bianco e rosso, i colori della prima bandiera dell’Uruguay. Voleva essere la squadra degli uruguagi, e lo stesso nome rispecchiava questa vocazione patriottica, “nazionale”. La rivalità con una squadra di ferrovieri per lo più inglesi e di un quartiere dal nome italiano, quindi, era praticamente già scritta.

Da allora si sono sfidate 521 volte, tra tutte le competizioni. È la sfida per eccellenza del Paese, e l’80% degli uruguagi tifa per una delle due compagini, che si sono divise il titolo di Campeon quasi equamente. Basti pensare che il Peñarol ha vinto il titolo 49 volte, mentre il Nacional 45 (compresa quest’ultima). Oltre a svariate Libertadores e Coppe Intercontinentali. Un duopolio solo raramente è stato interrotto da qualche outsider. La partita, poi, è così sentita che solitamente si gioca nel mitico stadio “Centenario”, visto che gli impianti delle due squadre sono troppo piccoli per poter ospitare il derby e le enormi richieste dei biglietti.

La curva del Peñarol

La partita. Anche stavolta, chiaramente, si è giocato in un Centenario stracolmo. Per il Nacional, avendo vinto sia il torneo di Apertura sia la Tabla Anual (cioè la somma dei punti accumulati sia nell’Apertura che nel Clausura), era sufficiente vincere questa partita per vincere il titolo, mentre per il Peñarol, campione di Clausura ma indietro nella Tabla Anual, la vittoria avrebbe significato aprire ad altre due partite per decretare il Campeòn di Uruguay. Un regolamento, per noi europei, forse un po’ troppo complicato. Ma tant’è.

Il clima è incandescente sia in campo che sugli spalti. Dopo 19 minuti è il Nacional a passare in vantaggio, grazie ad una rasoiata di Sebastian Fernandez. Alla mezz’ora la Banda del Parque addirittura raddoppia su calcio di rigore, e chiude la prima frazione in vantaggio 2-0 e con metà titolo in tasca.

Nella ripresa il Nacional manca in un paio di occasioni il gol del kappaò, e al 65’ il Peñarol rientra in partita grazie ad una punizione da 25 metri di Aguiar. I gialloneri restano in inferiorità numerica a 5 minuti dalla fine, ma ciò nonostante riescono a portarsi in attacco e nei minuti di recupero si vedono fischiare a favore un rigore. Il Centenario trattiene il respiro. Sul dischetto ci va Aguiar, ancora lui, e segna il gol del pareggio, portando la sfida ai supplementari.

Che però non hanno grosse emozioni, almeno fino al nuovo vantaggio del Tricolor, nel secondo supplementare : colpo di testa di Romero ed è 3-2 per il Nacional. Poi, al 112’ l’arbitro assegna ancora un calcio di rigore, il terzo della serata, e stavolta al Nacional.

Gli incidenti dei tifosi del Peñarol

La cosa indispettisce i tifosi del Peñarol, che cominciano a lanciare di tutto in campo, principalmente i seggiolini. Una carica della polizia contro la Barra Amsterdam (la maggiore delle barras dei gialloneri) ristabilisce per un attimo la calma, il tempo necessario a che Recoba tiri il rigore. Migliore, il portiere dei carboneros, però, ha la meglio e glielo para. Nonostante il Peñarol sia ancora a galla, il lancio di oggetti riprende con maggior vigore e l’arbitro si ritrova a dover sospendere la partita a 7 minuti dalla fine. E benché mancasse l’ufficialità, rimandata agli uffici della federazione, scoppia la festa tra i giocatori del Nacional, con Diego Polenta (difensore goleador della meravigliosa stagione fallimentare di Bari) che prende possesso di una delle reti del campo, e Recoba che annuncia la fine della sua avventura in maglia Albo. L’ufficialità è arrivata ieri, dalla federazione : il Nacional è il nuovo Campeòn de Uruguay.

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Michele Mannarella

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