Irlanda. Storica stretta di mano tra il principe Carlo e Gerry Adams

adams carloLa stampa britannica ha contato i secondi, tredici per una stretta di mano storica. Gerry Adams, presidente dello Sinn Féin e il principe Carlo d’Inghilterra si sono scambiati un segno di pace. L’incontro è avvenuto a Belfast, sullo sfondo caldissimo delle proteste dei familiari delle vittime dell’eccidio di Ballymurphy in cui, nel 1971, persero la vita undici persone, uccise dai parà inglesi.

Tra Adams e l’erede al trono britannico c’è stata una grandissima frattura quando, nel 1979, lo Sinn Fein “giustificò” l’agguato dell’Ira in cui perse la vita lord Louis Mountbatten, zio e amatissimo tutore di Carlo. È stata una guerra, feroce. Con tante – troppe – zone d’ombra ancora misteriose. Ora, dicono tutti, si deve lavorare per la pace.

A margine dell’incontro, Adams ha rilasciato una lunghissima nota stampa in cui ha sottolineato l’importanza storica della stretta di mano per la distensione e pacificazione dell’Ulster. “L’appuntamento di oggi con il principe Carlo rappresenta un significativo, simbolico e concreto passo avanti nel processo di pace avviato con l’accordo del Venerdì Santo. Lui e la sua famiglia hanno subito grandi perdite a causa dell’azione dell’Ira. Ne sono consapevole, così come sono consapevole delle ferite inflitte ai miei amici e vicini nella comunità di Ballymurphy e Springhill, tra il 1971 e il 1972, quando sedici cittadini tra cui tre bimbi e la mamma di un ragazzino di otto anni, due sacerdoti cattolici e dieci uomini disarmati vennero trucidati dai paracadutisti. La famiglia reale è strettamente legata alle istituzioni militari dello stato britannico e dei reggimenti dell’esercito britannico, di cui proprio il principe Carlo è comandante in capo, responsabili del dolore inflitto a tantissime famiglie su quest’isola, inclusa la Bloody Sunday di Derry”.

La riconciliazione è una sfida enorme per tutti noi. È un processo personale di dialogo, impegno e compromesso. Si tratta di cicatrizzare le ferite del passato e costruire un nuovo futuro, migliore e più giusto, basato sull’eguaglianza”.

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Giovanni Vasso

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