L’appello di Bergoglio ai politici
«Non è possibile – ha ammonito Papa Francesco – che non faccia notizia il fatto che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada, mentre lo sia il ribasso di due punti in Borsa. Questo è il frutto della legge di competitività per cui il più forte ha la meglio sul più debole». Una riflessione che tocca le corde della crisi antropologica più volta denunciata dalla Chiesa: «Qui non siamo di fronte solo alla logica dello sfruttamento, ma a quella dello scarto». Il Papa si è rivolto direttamente ai rappresentanti della politica. «Da dove deve partire una sana politica economica? – ha chiesto – Su cosa si impegna un politico autentico? Quali i pilastri di chi è chiamato ad amministrare la cosa pubblica? La risposta è precisa: la dignità della persona umana e il bene comune».
I custodi della Terra
«Per favore siate coraggiosi e non abbiate timore di farvi interrogare nei progetti politici ed economici da un significato più ampio della vita – è l’esortazione di Bergoglio agli uomini delle istituzioni – perché questo vi aiuta a servire veramente il bene comune e vi darà forza nel moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo». E sempre rivolto a quanti «occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale», il Papa ha rinnovato il suo appello per la custodia della «madre Terra», affinché essa «non risponda con la distruzione». A tale proposito ha ricordato, come aveva già fatto alla Fao lo scorso novembre, una frase da lui sentita da un anziano contadino molti anni fa: «Dio perdona sempre, le offese, gli abusi; Dio sempre perdona. Gli uomini perdonano a volte. La Terra non perdona mai. La Terra , che è madre per tutti, chiede rispetto e non violenza. O, peggio ancora, arroganza da padroni».