StoriediCalcio. Quando Jock Stein del Celtic cancellò la Grande Inter

Celtic_Coppa_Campioni_1966-67La prossima sfida di Europa League tra l’Inter e il Celtic di Glasgow riporta alla mente una delle pagine entrate nella storia del calcio mondiale. Quella che segnò in pratica la fine del ciclo della Grande Inter di Helenio Herrera.

Il 25 maggio 1967, si giocò infatti a Lisbona la finale di Coppa dei campioni e il Celtic vinse in rimonta sui nerazzurri 2-1.

Fu la prima e unica conquista scozzese nella massima competizione europea, e chiuse il periodo d’oro del club milanese, reduce da tre scudetti, due Coppe campioni e due Intercontinentali in tre anni. In quei pochi giorni di primavera perse Coppa campioni, scudetto all’ultima partita (a Mantova e a favore della Juventus, il giugno, con la storica “papera” del portiere Giuliano Sarti), e persino l’accesso alla finale di Coppa Italia contro il Padova il 7 giugno.

La Grande Inter era dunque al tramonto. Ma la sfida di Lisbona consegnò agli annali anche il mito del Celtic di Jock Stein.

Il calcio scozzese oggi non se la passa troppo bene, ma 47 anni fa il Celtic Glasgow fu la prima squadra britannica a laurearsi campione d’Europa. Il primo successo inglese arriverà infatti solo un anno più tardi col Manchester United dei tre Palloni d’oro Charlton, Law e Best. “Questo è un primato che nessuno potrà mai toglierci. Altri club potranno vincerne più di noi, ma il primo club del Regno Unito capace di conquistare la Coppa campioni è stato e rimarrà per sempre il Celtic” ha ricordato spesso Bobby Lennox. Non fu l’unico primato stabilito quel giorno dai biancoverdi cattolici di Glasgow. Vincendo la finale del 25 maggio 1967, quando i campioni di Scozia sconfissero appunto 2-1 l’Inter di Helenio Herrera che aveva vinto due finali nel triennio precedente, gli Hoops ottennero un altro primato: tutti i giocatori erano nati a meno di una cinquantina di chilometri dal Celtic Park, lo storico stadio. In realtà tutti erano nati nel raggio di 15 chilometri, tranne Lennox, nato a Saltcoats (45 chilometri). Un primato incredibile già allora, figurarsi oggi dove i giocatori stranieri sono ormai norma anche nei settori giovanili. Nella finale di Lisbona nessuno al di fuori dei tifosi scozzesi era disposto a concedere serie possibilità di vittoria al Celtic. Il calcio offensivo predicato da Stein, sembrava fatto apposta per favorire il contropiede nerazzurro. Il rigore concesso dal tedesco Tschenscher per un contrasto tra Craig e Cappellini, e trasformato da Sandro Mazzola dopo 11 minuti, incanalava la gara verso lo scenario ideale per Picchi e compagni.

L’assedio biancoverde avrebbe mandato in crisi altre difese, certo non quella dei campioni d’Italia. Eppure nella ripresa al Celtic riuscì a far saltare il catenaccio e a ribaltare il risultato. Gli uomini di Stein compirono l’impresa grazie ai gol di Tommy Gemmell al 63’ e di Stephen Chalmers a quasi cinque minuti dai supplementari. Fu il trionfo del calcio d’attacco. Nessun fuoco di paglia, quel Celtic era una grande squadra: nel 1967 vinse tutte le competizioni cui partecipò (Coppa campioni, campionato, Coppa di Scozia e Coppa di lega) e tre anni più tardi ritornernò in finale di Coppa campioni, per venire sconfitto allo scadere dei tempi supplementari dal Feyenoord.

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Mario Bocchio

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