Il raccattapalle. Djokovic un numero con il carattere forgiato dalla guerra in Serbia

DjokovicSerbo, classe 87, fa parte del trio che domina da anni il tennis mondiale. Rimarrà nella storia del tennis, anche se è ancora lontano dai numeri di Nadal e Federer.

Ha iniziato a giocare a tennis da piccolissimo. E la guerra, quella brutta guerra, non ha fatto che cementare un carattere pronto per essere un numero 1. – Si guardava dove avrebbero bombardato e si andava ad allenarsi dall’altra parte della città – . Ecco. Più forte della storia, più forte delle difficoltà economiche – Non è facile finanziare la crescita di un tennista professionista se non si è figli di papà o c’è la federazione che ti aiuta –.

Il suo tennis è l’esasperazione del tennis globale. Che, a dirla tutta, non è il miglior tennis della storia del tennis. Ma uno che a undici anni ti risponde con la sicurezza di chi ha già la tenacia e la costanza di un giocatore “pro” consumato, e che costruisce sul suo fisico, non certamente fatto e finito per essere un atleta, il campione che è oggi, capace di giocare tutti i colpi al massimo delle sue possibilità migliorandosi continuamente, non può non essere un campione, un numero 1.

Dei grandissimi ha la stoffa del vincente cui non piace perdere, mai. Sono tutte balle gli adagi secondo cui prima di tutto conta partecipare. E Novak Djokovic aveva talmente voglia di non perdere che molte volte si è accontentato di fare la figuraccia di ritirarsi nel bel mezzo d’incontri che stavano per volgere al peggio. Non certo un buon esempio, ovvio, ma se uno poi a Wimbledon batte Nadal e sale numero 1, si riprende la ragione con gli interessi.

In quanto a titoli e tornei dello Slam è ancora indietro rispetto agli altri due extraterrestri del tennis. Ma con un Federer che ha superato i 30 anni e che quindi difficilmente potrà tornare competitivo, Novak è l’unico anti Nadal in circolazione e ha ancora 3, 4 stagioni per mettersi in scia dei due illustri rivali.

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Michele Fronterrè

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