F1. Dominio Verstappen in Cina, quarto Leclerc

A Shanghai, il pilota della Red Bull sfodera una prestazione maiuscola. Sainz si piazza quinto

La Formula 1 ritrova Shanghai a cinque anni dall’ultima volta, complice la pandemia e le conseguenti restrizioni delle Autorità locali.

Il Gran Premio della Cina, il quinto stagionale, segna anche il ritorno del formato “Sprint”, sebbene rivisto: rispetto al passato, infatti, dopo le libere si tengono le Sprint Qualifying (anticipate al venerdì) per la griglia della gara Sprint del sabato, spostata a sua volta prima delle qualifiche ufficiali che determineranno lo schieramento di partenza del Gran Premio della domenica.

Il circuito di Shanghai – completamente riasfaltato – lungo 5451 metri, si compone di 16 curve, con due zone DRS (sul rettilineo principale e su quello tra la curva 13 e la curva 14).

In Cina, la Pirelli sceglie le mescole mediane della gamma: le C4 (Soft), le C3 (Medium) e le C2 (Hard).

 

Il venerdì

Nell’unica sessione di libere, le FP1 del venerdì – utilizzate soprattutto per studiare e comparare i dati – davanti a tutti si pone Lance Stroll, con l’Aston Martin, in 1’36”302 (Soft).

Il pomeriggio è già tempo di Sprint Qualifying, con l’obbligo di mescola media per le prime due manche e della morbida nella conclusiva.

Nella SQ1 in testa c’è Sergio Perez, con il tempo di 1’36”110, poi migliorato da Max Verstappen nella SQ2, fino all’1’35”606.

Il finale della Qualifica Sprint si connota per l’arrivo della pioggia che rende la pista scivolosa e costringe tutti a utilizzare le Intermedie.

Dalla confusione degli svarioni e dei tempi cancellati, emerge Lando Norris: con il riferimento di 1’57”940 (inizialmente cancellato ma poi riassegnato), l’alfiere della McLaren conquista la partenza al palo della Sprint, su Lewis Hamilton e Fernando Alonso; quarto Verstappen, poi Carlos Sainz, Perez e Charles Leclerc.

 

Il sabato

Il sabato di Shanghai comincia con la Sprint, la gara del sabato (senza obbligo di pit stop) sulla distanza di 19 giri; la pista è asciutta e le condizioni metereologiche sono buone, benché il cielo sia coperto.

Conseguentemente, per cominciare si va sulle slick: in particolare, la scelta preponderante è quella delle medie, salvo George Russell, sulle morbide.

Allo spegnimento dei semafori, Hamilton scavalca di forza Norris, costringendolo ad allargarsi oltre la pista: il britannico perde cinque posizioni e scavalcato anche da Leclerc, si ritrova in settima posizione.

Sainz, sfruttando anche le gomme mai utilizzate, sui rettilinei prova a farsi vedere negli specchietti di Verstappen e Alonso prova a ricucire il distacco da Hamilton.

Al netto delle schermaglie, i piloti utilizzano i giri iniziali per studiare il comportamento delle monoposto, con tempi – almeno ai vertici – intorno al minuto e 41” basso.

Verstappen (giro 7), intanto, ha già ripreso Alonso e lo scavalca sul lungo rettilineo, perfezionando la manovra in curva 14.

L’olandese è subito più veloce anche della Mercedes di Hamilton e nello spazio di due tornate si riporta nel retrotreno della vettura tedesca: lo scambio di posizioni in testa arriva al giro 9, sempre alla staccata della curva 14.

I tempi risalgono (fino al 42”) ed è evidente il ritmo non velocissimo di Alonso, dietro al quale si forma un gruppo molto serrato.

Il numero 14 è nel mirino di Sainz, tanto quanto lo spagnolo della Ferrari è in quello di Perez e il messicano è incalzato da Leclerc e Norris, dunque tutti (tranne Alonso) legittimati al DRS.

Di questo drappello, il primo a rompere gli indugi – a quattro tornate dal termine – è Sainz su Alonso, che però subisce il controsorpasso dell’iberico (troppo aggressivo e penalizzato di 10”): ne nasce una fase molto confusionaria, che vede Perez approfittarne, mettendosi terzo.

Leclerc scavalca Sainz per la quarta piazza, infilandosi all’interno della curva 2 (giro 17).

Il numero 16 risponde in questo, con gli interessi, allo spagnolo che – al giro prima – in curva 14, aveva allungato la staccata, costringendo il monegasco oltre il cordolo.

Alonso, invece, patisce una foratura e successivamente dovrà ritirarsi (i 10” di penalità non avranno perciò alcun effetto).

A conclusione dei 19 giri, la bandiera a scacchi saluta il successo nella Sprint di Max Verstappen, davanti a Hamilton e a Perez; a punti, Leclerc, Sainz, Norris, Oscar Piastri e George Russell.

Archiviata la Sprint e riaperto il parco chiuso (fino a prima delle prove ufficiali), si disputano le qualifiche del Gran Premio: nella Q1, in testa s’issa Verstappen, in 1’34”742 (Soft) e l’olandese poi ripete la prestazione nella Q2, in 1’33”794 (Soft).

Nella decisiva Q3, Verstappen al termine del primo run è il poleman provvisorio, in 1’33”977, confermandosi poi in pole position, per il Gran Premio della Cina, col riferimento cronometrico di 1’33“660 (Soft).

Alle sue spalle – per la Top 10 – Perez, Alonso, Norris, Piatri, Leclerc, Sainz, Russell, Hulkenberg e Bottas

La principale sorpresa è stata quella di Lewis Hamilton, fuori già nella Q1, diciottesimo.

 

La gara

Domenica è il giorno del Gran Premio: Logan Sargeant sulla Williams parte dalla pit lane, con gomme Soft, le stesse di Lance Stroll, Hamilton, Yuki Tsunoda; Kevin Magnussen va sulle Hard e i restanti quindici sulle Medium.

Allo spegnimento dei semafori, Verstappen tiene la testa, mentre Alonso, autore di un grande spunto, sfrutta ogni centimetro della traiettoria esterna – nelle curve 1, 2 e 3 – per guadagnare la seconda posizione di Perez.

Le due Ferrari, quasi al contatto in curva 2, devono impegnarsi per scavalcare Hulkenberg, poiché il tedesco – insieme a Russell – le ha sopravanzate nelle concitate battute iniziali.

Perez si riprende la seconda posizione su Alonso (giro 5), con un affondo preciso all’interno della curva 6.

La tornata successiva, lo spagnolo, non può resistere a Norris, che sfruttandone la scia – grazie al DRS – si porta terzo, all’interno del tornantino (curva 14).

La scia aiuta anche Leclerc, che “s’inventa” – in principio di tornata 9 – un sorpasso all’esterno di Russell, portando la sua Ferrari in sesta posizione; tre giri dopo, in curva 14, il monegasco si porta quinto, ai danni di Piastri.

Tra uno scambio di posizione e l’altro, la gestione delle medie vede diversi piloti fermarsi già nei primi dieci giri di gara; Alonso e Russell si fermano a conclusione del passaggio numero 11, lo spagnolo per le dure, il britannico per confermare le medie.

Alla fine del giro 13 “pittano” anche Verstappen e Perez, entrambi per le Hard, lasciando a Norris la testa momentanea della gara.

Gli pneumatici nuovi consentono all’olandese della Red Bull di riprendere Leclerc, che – impegnato ad allungare lo stint – lo lascia passare al giro 16.

Perez scavalca Sainz, che alla fine di quella stessa tornata, la 17, va a montare le dure.

Verstappen torna primo, col sorpasso su Norris del giro 19: il britannico della McLaren non oppone resistenza, costretto a preservare le medie, nell’ottica del confronto con le Ferrari per il podio.

Alla tornata 20, si registra il ritiro di Valtteri Bottas della Kick Sauber, per la rottura del motore, (era undicesimo) e il finlandese lascia la sua vettura all’esterno della curva 11.

Il Gran Premio è neutralizzato virtualmente: Leclerc e Norris ne approfittano per montare le dure, rispettivamente a conclusione del giro 21 e della 22.

La Virtual Safety Car termina al giro 23, trasformata in Safety Car “reale”: al termine della tornata 23, diversi cambiano le gomme, tra cui Verstappen e Perez (dure), Alonso (Soft), Russell (Hard), Piastri (fine giro 24; per le dure, dalle medie).

Nella girandola delle fermate, una volta ipresa la pista, il messicano era scivolato quarto, alle spalle di Norris e Leclerc.

Si riparte dal giro 27 e salvo Alonso, sulle Soft e Ricciardo, sulle Medium, gli altri i piloti in gara montano le dure: Verstappen tiene il vertice della classifica e Alonso si porta quinto su Sainz.

Tuttavia, deve rientrare in pista la Safety Car per un contatto tra Magnussen (poi penalizzato per questo) e Tsunoda in curva 6 (prima ancora della ripartenza, Stroll aveva tamponato Ricciardo, penalizzato).

Il Gran Premio ricomincia dal giro 32, con tanti duelli nelle retrovie e un Perez, impegnato nella rincorsa per il podio.

Il messicano della Red Bull torna virtualmente sul podio al giro 39, grazie all’affondo in curva 6.

Alonso compie la sosta conclusiva al termine del giro 43, montando le medie (dalle morbide) e scendendo dalla sesta alla dodicesima piazza: il pilota dell’Aston Martin può andare all’attacco, valorizzando le gomme fresche.

In virtù della tattica dell’Aston Martin, nella sezione conclusiva del Gran Premio ad animare l’azione c’è soltanto Alonso, complice gli pneumatici appena cambiati: scavalcati in serie Alexander Albon, Esteban Ocon, Nico Hulkenberg, l’asturiano non ha perde tempo nel riprendere pure Hamilton (che tra una difficoltà con le gomme e una con la guidabilità, ha faticosamente recuperato la zona punti).

Il sorpasso si materializza – al giro 49 – all’interno della curva 6 e l’Aston Martin numero 14 si porta ottava.

Restano ancora sufficienti tornate per chiudere il distacco su Oscar Piastri, scavalcato in quello stesso passaggio, per la settima piazza.

In testa, dietro a Verstappen, Norris ha mantenuto sotto controllo il flebile tentativo di Perez di riavvicinarglisi.

Al termine dei 56 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Max Verstappen.

Alle sue spalle, sul podio, Lando Norris e Sergio Perez.

In zona punti, hanno ultimato il Gran Premio anche Leclerc, Sainz, Russell, Alonso, Piastri, Hamilton e Hulkenberg.

L’idolo di casa Guanyu Zhou (nativo proprio di Shanghai) ha terminato quattordicesimo, dopo aver comunque mandato in visibilio la folla con diversi sorpassi: l’omaggio tributatogli della gigantesca tribuna principale resterà una delle immagini più belle dell’edizione 2024 del Gran Premio di Cina.

Fernando Alonso ha conquistato anche il punto bonus del giro più veloce, siglato in 1’37”810, al termine della tornata numero 45, durante la sua rimonta.

La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, per il Gran Premio di Miami, dove ci sarà ancora il formato “Sprint”.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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