Siracusa. La stagione INDA 2024, la parola d’ordine è contemporaneità

Presentata la 59ª rassegna di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa. Dal 10 maggio al 29 giugno 2024 due tragedie “Aiace” di Sofocle e “Fedra (Ippolito portatore di corona)” di Euripide con la regia rispettivamente di Luca Micheletti e di Paul Curran e la commedia latina “Miles Gloriosus” di Plauto diretta da Leo Muscato. Poi due spettacoli-evento “Horai. Le quattro Stagioni” di Giuliano Peparini (5/6 luglio) e il 14 luglio Roberto Bolle and Friends.

 

Porta bene i suoi 110 anni la Fondazione Inda (Istituto Nazionale del Dramma Antico) che presenta la 59ª Stagione delle Rappresentazioni Classiche, nello stesso giorno, il 16 aprile, in cui Agamennone di Eschilo inaugurava il ciclo delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa.

Una Stagione davvero nuova segnata dal debutto di registi e attori, da qualche applauditissimo ritorno (una vera ovazione ha accompagnato l’annuncio della presenza di Giuseppe Sartori, indimenticabile Edipo e Ulisse), dall’assenza del dimesso Sovrintendente Valeria Told (verso cui sono state pronunciate parole di riconoscenza a beneficio di ogni ulteriore in quella sede strascico di polemiche e congetture), da qualche preziosa conferma (soprattutto tra i traduttori) e soprattutto dalla declinazione di modernità come attualità. E’ il senso dell’intervento del sindaco di Siracusa Francesco Italia, presidente della Fondazione Inda, che parla di cifre: per l’efficientamento energetico (650mila euro per corpi illuminanti, luci di scena, luci di spettacolo) e per l’abbattimento delle barriere fisiche e sensoriali (2 milioni di euro) anche per la traduzione in inglese e giapponese dei libretti delle opere, grazie alla collaborazione con l’Università di Catania (sede di Ragusa). Apertura al territorio anche per la presentazione del manifesto del Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani di Palazzolo Acreide, realizzato da una studentessa di un Istituto Tecnico di Siracusa. Territorio più ampio è quello che vede la collaborazione con il Museo MAXXI per la realizzazione del Manifesto delle Rappresentazioni Classiche, disegnato dal pittore e scultore Enzo Cucchi: una stilizzata e didascalica Triscele nera su fondo rosso e bordo giallo.

L’Agenzia milanese INAREA ha creato, invece, il nuovo logo della Fondazione. Marina Valensise, consigliere delegato del CDA e ad interim nel ruolo di Sovrintendente (in attesa del nuovo bando), ha insistito sulla necessità di mettersi al passo con i tempi e rispondere all’immediatezza della comunicazione social e della rete. Annunciata anche la mostra di una selezione di manifesti storici delle rappresentazione in vari luoghi della città nell’ottica di teatro diffuso.

Bisogna essere assolutamente moderni” scriveva Arthur Rimbaud e aveva ragione. La tradizione della Fondazione Inda continua anche quest’anno nell’ottica del legame tra presente e passato, nella capacità di creare e trattenere legami, come ha affermato Valensise e come si rileva da un passaggio del messaggio del Ministro della Cultura Gennaro SangiulianoQuesto lascito che viene da passato è il nostro orgoglio ma anche la nostra grande responsabilità nei confronti delle generazioni attuali e future”.

 

Gli spettacoli.  Aiace, Fedra e Ippolito, Pirgopolinice sono i personaggi centrali delle tre rappresentazioni classiche: eroi e antieroi, attraversati dal ridicolo e dalla furia, ingannati da se stessi o dagli altri o dai fantasmi del cuore. Se c’è un tema che lega le opere della Stagione 2024 è lo schianto dell’individuo.

Luca Micheletti, baritono e regista, al debutto a Siracusa con Aiace (traduzione di Walter Lapini)  scherza in apertura del suo intervento riferendosi al debutto a Siracusa “Sono io il miles non fanfarone ma tracotante. Anche Aiace è eroe della dismisura e quando incontra la follia e Atena lo punisce per questo, capisce che l’eroe non esiste e resta soltanto l’uomo. Non c’è più spazio in questo mondo degli uomini per questo uomo minorato, un eroe del logos, di una nuova civiltà. Aiace è un eroe del rovesciamento che si macchia dell’eccidio sbagliato e tocca il ridicolo, agente erosivo dell’eroismo. Di contro emerge Odisseo che ha accettato il compromesso” Presenta il cast, in cui accanto a lui che sarà Aiace, torna Daniele Salvo nel ruolo di Odisseo. Salvo lo scorso anno ha diretto la commedia e che ha un legame forte con il teatro di Siracusa “Sono orgoglioso del cast. Daniele Salvo- continua Micheletti– mi sta restituendo un favore, perché io sono stato una volta attore in un suo spettacolo. Edoardo Siravo, invece, torna a fare questa tragedia ma nel ruolo di Agamennone”. Facile scommettere sulla dominanza della musica. Micheletti definisce speciali i coreuti, annuncia musiche originali composte dal maestro Giovanni Sollima ed eseguite dal vivo con un ensamble di dieci strumenti “Ho pensato a un approccio speciale dell’amplificazione che ridurremo al minimo per trovare l’equilibrio con le voci e tutti i cori saranno cantati” Le parole più belle le dedica “ai meravigliosi ragazzi dell’Accademia ADDA: eccezionali. Al provino dovevo selezionarli: li ho presi in blocco tutti quanti”. D’altronde un artista della levatura di Micheletti non poteva non apprezzare la forza e la preparazione dei giovani attori che, di anno in anno, l’ADDA forma. Gli allievi dell’Accademia D’Arte del Dramma Antico saranno presenti in tutte e tre le messinscene.

 

Anche il regista di Fedra (Ippolito portatore di corona) Paul Curran è al suo debutto a Siracusa “Sono onorato: non esiste al mondo un festival come questo. I greci hanno insegnato il teatro fino a Ibsen. La sfida è trasmettere la loro modernità che risale a 2500 anni fa al un pubblico di oggi. Fedra è una storia che esiste in tutte le culture del mondo, una storia god and monsters: gli dei non comandano il destino ma è la salute mentale di Fedra a comandare. Vorrei che il pubblico uscisse con più domande di quante ne aveva all’ingresso, perché Fedra è una tragedia della comunicazione. Ho una traduzione stupenda (traduzione di Nicola Crocetti, ndr) e una compagnia straordinaria già dai provini”. Fedra sarà Alessandra Salamida, Ippolito sarà interpretato da Riccardo Livermore, mentre nel ruolo rispettivamente di Teseo e Artemide ritornano per la seconda stagione di fila Alessandro AlbertinGiovanna Di Rauso

Leo Muscato, reduce lo scorso anno dall’allestimento di Prometeo, ha accettato la sfida più difficile. Non solo perché le messinscene delle commedie dopo Le Rane di Giorgio Barberio Corsetti non hanno entusiasmato, ma perché la comicità è quella plautina, tutta giocata sulla parola (la traduzione è affidata a Caterina Mordeglia) e sulla tipizzazione dei personaggi.

Testo bellissimo e divertente. Porto con me tutto il team creativo di Prometeo. Testo che contiene già in sé una serie di cortocircuiti. Plauto lo aveva riscritto per il suo pubblico da un’opera greca e nel tempo la sua riscrittura è stata riscritta.  La nostra sfida è invece metterlo in scena così come lo scrisse Plauto. Pensando alla messa in scena mi è saltato in mente il mondo militare, un accampamento contemporaneo in cui accadono tante cose staccate dalla guerra stessa”. Annuncia un cast tutto femminile, tra tutte Paola Minaccioni che sarà Pirgopolinice, riprendendo un’idea che era stata anche di Emma Dante con Eracle nel 2018.

 

 

A margine delle rappresentazioni classiche, si terrà anche quest’anno Agòn. La tragedia di Euripide sarà oggetto del tradizionale processo che vedrà sul banco degli imputati la Nutrice (Gaia Aprea) e un tribunale composto dall’ex pm Giuseppe Ayala (l’accusa),  dal giallista Diego De Silva (difesa), mentre l’avvocato Emanuele Fragasso  rappresenterà la parte civile.

Eventi speciali. Anche quest’anno due eventi di grande pregio. Roberto Bolle porterà una tappa del suo Roberto Bolle and friends, ma bocche cucite sugli ospiti del ballerino. Grande accoglienza per Giuliano Peparini che in collegamento annuncia un nuovo allestimento di Horai. Le quattro stagioni. Come per il bellissimo Ulisse, l’ultima Odissea, la drammaturgia sarà del grecista Francesco Morosi che ha scelto e tradotto liriche della classicità greca e latina: “Horai è una prima mondiale perché è la rivisitazione totale dell’opera da me già allestita. Lo scorso anno è stato bellissimo ma ora ho portato qualcosa in più di me: la danza”. Se Eleonora Abbagnato, anche lei in collegamento, annuncia la sua presenza e ricorda il legame con Peparini attraverso il maestro comune Roland Petit, tocca a Peparini stesso svelare il nome della voce recitante: Giuseppe Sartori, cui sarà arrivata l’eco degli applausi esplosi nel salone Amorelli.

Che l’applauso a Sartori sia di buon augurio a una stagione che ha con sé il felice fardello della novità. Noi staremo qui a raccontarlo.

 

 

Foto di: Fabio Anselmini per Luca Micheletti,  Christopher Reece-Bowen per Paul Curran, Paolo Aquaro per Leo Muscato; l’immagine del manifesto per gentile concessione di Franca Centaro

Daniela Sessa

Daniela Sessa su Barbadillo.it

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