La polemica. Per Vatican News l’aborto è colpa dei sovranisti

Il sito "ufficioso" del Vaticano punta il dito ideologico contro un bersaglio sbagliato

A torto o a ragione, il sito Vatican news si è creato la fama di portavoce ufficioso della Chiesa italiana, sebbene sia dedicato a 4 temi-sezioni che spaziano oltre: “Papa, Vaticano, Chiesa, mondo”.

Massimiliano Menichetti, dal 2019 responsabile di Radio Vaticana e di Vatican news, ha appena scritto un cospicuo editoriale intitolato “La Francia verso una Costituzione contro la vita”. “Nel Paese”, recita il sottotitolo, “si discute se inserire nella Costituzione il diritto ad abortire”.

Visto che seguiamo con grande attenzione questo fantomatico diritto, molto spesso ignorato perfino negli ambienti cattolici più vicini al centro, abbiamo francamente gioito vedendo che una testata importante del cattolicesimo, abbia fatto uso di coraggio e parole forti per denunciare un’ulteriore avanzamento di quella che Giovanni Paolo II chiamava la “cultura della morte”.

Secondo Menichetti infatti non è una eresia, né un insulto alle donne, scrivere nel 2024, che “L’aborto è un omicidio”. Come del resto, “ha detto chiaramente Francesco ai giornalisti sul volo di ritorno dalla Slovacchia nel settembre di tre anni fa”. E come ha sempre insegnato la Chiesa, senza alcuna soluzione di continuità, dal Vangelo ad oggi.

Ma allora, si chiede il giornalista, “come è possibile accostare nella Carta fondamentale di uno Stato il diritto che tutela la persona, a quello che ne sancisce la morte?”. La risposta però, triste e piena di amarezza, è ben nota a Massimiliano Menichetti ed ha un nome duplice: relativismo etico assoluto + femminismo ideologico impazzito.

Se tutto è relativo infatti e nulla è certo, allora anche l’embrione, contro le evidenze scientifiche, può essere declassato, seguendo la biologa femminista Emma Bonino, a “grumo di cellule”. Se poi i diritti delle donne sono così cogenti da prevalere perfino sulla tutela dell’essere umano (maschile o femminile che sia), il gioco è fatto.

Secondo Menichetti, “la crescita dell’essere umano fin dal concepimento, non ha più alcun segreto da decenni” ed oggi quando usiamo “parole come pre-embrione, embrione, neonato, bambino, adolescente, adulto, anziano”, le usiamo per “indicare fasi di sviluppo in cui cambia il numero delle cellule, in cui muta l’aspetto cognitivo, la necessità di assistenza, ma sempre è una persona”.

Davanti all’abnorme di iscrivere la morte nella Carta costituzionale, Vatican news ricorda infine che papa Francesco ha associato il medico che sopprime un feto, ad “un sicario”, che viene assunto, “per uccidere una vita umana”. L’obiezione di coscienza dei medici dunque dovrebbe andare da sé.

Alla fine però c’è qualcosa che non torna nel ragionamento. E lo diciamo perché è inutile stracciarsi le vesti, ma poi continuare ad inseguire quel pensiero unico progressista che è la prima causa del disprezzo della vita umana nel mondo.

Scrive il direttore Menichetti che l’idea dell’inserimento dell’aborto nella Costituzione francese avviene nel contesto di “un’Europa ferita dalla guerra”, ma anche “insidiata dalle spinte sovraniste, populiste, consumistiche, da strategie economiche che tentano di allontanare la visione dei padri fondatori” (corsivo mio).

Ma qui il cortocircuito è evidente. L’articolo ricorda che hanno votato a favore della costituzionalizzazione dell’aborto 493 deputati, e solo 30 contro. Ma Menichetti non ricorda ai lettori che tutti e 30 i voti contrari sono derivati da politici che il mainstream, anche ecclesiale, bolla facilmente come “populisti” o “sovranisti”. 15 sono del partito dei Républicains, guidato dal conservatore Eric Ciotti e 12 del Rn, il gruppo capitanato da Marine Le Pen. I 3 voti restanti sono di 3 deputate non iscritte (Nathalie Bassire, Emmanuelle Ménard e Véronique Besse) ma comunque di destra.

E tale evidenza si può provare anche a contrario. Tutti i deputati avversi a ciò che Menichetti chiama “spinte sovraniste”, sia dell’estrema sinistra di Jean-Luc Mélanchon sia del centro sinistra di Macron, hanno votato pro.

Infine, una rispettosa domanda a Vatican News. La vita umana, dal concepimento alla morte naturale, è tutelata meglio nelle identitarie e populiste Polonia e Ungheria, o nelle progressiste, laiche e femministe Gran Bretagna e Francia?

 

Fabrizio Cannone

Fabrizio Cannone su Barbadillo.it

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