Ay Sudamerica! Argentina alle urne con l’incubo inflazione

Imperversa l'ultraliberista Milei ma si profila il ballottaggio con il peronista Massa

Domenica prossima l’Argentina andrà alle urne per scegliere il nuovo presidente della Repubblica, che succederà al deludente Alberto Fernandez, eletto quattro anni fa dalla coalizione peronista ma collocato su posizioni socialdemocratiche. E tutti i sondaggi indicano che il voto del 22 ottobre non sarà decisivo perché si andrà al ballottaggio, fissato per il 19 novembre.

Se le indagini degli istituto statistici saranno confermate, andrà sicuramente allo spareggio l’economista ultraliberista e superlibertario Javier Milei (in foto)- 52 anni, un passato da protagonista nei talk show televisivi – che si è abbattuto come un ciclone sulla politica argentina negli ultimi due anni, pur non avendo un vero partito alle spalle. Il leader della formazione La Libertad Avanza ha trionfato nelle PASO dello scorso agosto, una sorta di Primarie che serve per definire i candidati di ogni coalizione politica. Le sue sparate televisive (bruciamo la Banca Centrale, adottiamo il dollaro come moneta nazionale, tagli a sanità e educazione, deregolamentazione del mercato del lavoro, la compravendita di organi umani è un commercio come un altro) hanno spaventato molti argentini ma sembrano aver conquistato il consenso dei più giovani.

Alle PASO Milei ha superato il 30% e nei sondaggi degli ultimi mesi è arrivato a sfiorare il 40% delle intenzioni di voto, anche se nelle ultime settimane le sue fortuna appaiono un po’ in calo e secondo le più recenti indagini – in attesa dell’ultima combattutissima settimana di campagna elettorale – si attesterebbe fra il 32 e il 35%, comunque molto lontano dal 45% che garantirebbe la vittoria al primo turno.

Si andrà quindi al ballottaggio e quasi tutti gli analisti sono concordi nel ritenere che lo sfidante sarà Sergio Massa, 51 anni (a sinistra nella foto), attuale ministro dell’Economia e alfiere delle coalizione peronista Uniòn por la Patria, accreditato tra il 29 e il 31%. Massa è un peronista molto particolare: in gioventù faceva parte di un partito centrista, poi per alcuni anni è stato il “delfino” di Cristina Fernandez de Kirchner, vedova dell’ex presidente Nestor Kirchner e a sua volta capo dello Stato dal 2008 al 2015 con una decisa proiezione di centrosinistra. Infine si è staccato dal partito giustizialista e ha fondato una propria formazione politica, il Frente Renovador. Con l’elezione di Alberto Fernandez è rientrato nella coalizione neoperonista fino ad assumere il ruolo, scomodo ma estremamente importante, di ministro dell’Economia. Per riuscire a coinvolgere anche le altre anime del peronismo l’area kirchnerista ha dovuto per forza scegliere lui, molto più moderato; ma negli ultimi mesi la candidatura di Massa è stata indebolita da un’inflazione che ormai galoppa intorno a un indice annuo del 140%.

Terza incomodo è Patricia Bullrich, la candidata di Juntos por el Cambio, cioè la coalizione di centrodestra che nel 2015 riuscì a portare alla Casa Rosada Mauricio Macri, ex presidente del Boca Juniors. Bullrich, che è considerata un “falco” e alle PASO ha sconfitto il più moderato Rodriguez Larreta, sindaco di Buenos Aires, è data dai sondaggi tra il 25 e il 27% e quindi rischia di rimanere fuori dal ballottaggio. Fra l’altro il suo partito è spaccato, non è ancora stata raggiunta un’intesa con i fedelissimi di Rodriguez Larreta e lo stesso Macri ha espresso un certo favore per le posizioni di Milei, quindi la candidata di Juntos por el Cambio potrebbe non avere neppure tutti i voti della propria coalizione.

Se in effetti si andrà al ballottaggio Milei-Massa, dal 23 ottobre si aprirà una nuova partita; anche se i soliti sondaggisti sostengono che il candidato ultraliberista è destinato a vincere senza difficoltà potendo contare, sulla carta, su molti dei voti andati a Bullrich nella prima tornata. Ma come accade anche in Italia, non sempre i sondaggi sono attendibili e nessuno può sapere che cosa realmente accadrà in un mese di acerrima campagna elettorale tra Milei e Massa.

Il politologo Andrés Berazategui, membro del centro studi Nomos di Buenos Aires, già interpellato da Barbadillo.it nei mesi scorsi (vedi qui), assicura che la situazione è molto fluida: «Al ballottaggio può succedere di tutto, perché lo scenario economico e sociale è molto instabile, come non accadeva da anni. Indubbiamente Milei è favorito, anche se più che un politico sembra un influencer da social network, ha saputo approfittare del malcontento sociale e purtroppo molte delle sue critiche contro la casta politica argentina sono giuste. Contro Massa pesano due fattori: il probabile assenteismo al voto e l’inflazione, che ha un grande impatto sulla vita quotidiana degli argentini».

@barbadilloit

Giorgio Ballario

Giorgio Ballario su Barbadillo.it

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