La “pietas” per Mussolini di Bettino Craxi raccontata dalla figlia Stefania

I ricordi della sensibilità per la pacificazione del leader socialista in una intervista sul Corriere della Sera

Bettino Craxi

Bettino Craxi che canta canzoni anarchiche e fasciste (compresa la Sagra di Giarbub), amante della musica popolare ma soprattutto teso a restituire all’Italia una degna pacificazione dopo la guerra civile 1943-45. Questi sono alcuni dei dettagli che emergono dall’intervista al Corriere della Sera della figlia del leader socialista, Stefania Craxi.

Un mazzo di fiori per Mussolini

Racconta la Craxi: “La domenica andavamo a passeggiare sul lago di Como. Un giorno ci trovammo davanti al cancello contro cui fu fucilato il Duce. Il cartello diceva: fatto storico. Craxi si indignò: “Che ipocrisia, si vergognano di quello che hanno fatto!”. Così mi portò a comprare un mazzo di fiori e a deporli dove era morto Mussolini”.

Ricucire le ferite dell’Italia, con Giorgio Almirante

Con Almirante aveva un buon rapporto, chiede l’intervistatore alla Craxi, che risponde così: 
«Sognava che un fascista e un socialista andassero insieme a piazzale Loreto, dove si era consumata quella che riteneva un’infame barbarie, e rendessero omaggio sia alla memoria di Mussolini, sia a quella dei partigiani socialisti che lì erano stati fucilati».

Sigonella

Si racconta che la rovina di suo padre sia legata anche alla rottura con gli americani su Sigonella.
«Non è così. Craxi fece rispettare la legge italiana e il diritto internazionale, e Reagan lo capì. Tangentopoli fu un capitolo della guerra tra la finanza internazionale e la politica; e ha vinto la finanza. Craxi ne ha ricavato un romanzo, in cui il capo della finanza si chiama Koros. Provi a sostituire la prima consonante con una S…».

Tangentopoli

I partiti rubavano. «Il Pci prendeva i soldi da Mosca. Dc e Psi dalle aziende controllate dallo Stato. Era un sistema illegale, certo. Con cui Craxi sosteneva anche le cause della libertà, Solidarnosc e l’opposizione cilena. In casa nostra giravano dissidenti sudamericani e la Vanoni, Cavallo Pazzo e Lucio Dalla. Era uno spettacolo vedere un omone come lui accanto a uno gnomo geniale come Lucio. Il giorno in cui Craxi morì, Dalla disse al concerto: “Oggi ho perso un amico”, e gli dedicò Milano».

Contro l’odio

La lezione di Stefania Craxi è soprattutto rivolta alla sinistra. A chi è passato senza soluzione di discontinuità dal campare con i rubli dell’Urss a rispondere alle centrali che hanno devastato post 1992 il sistema politico italiano. Dopo tanti anni e dopo una soprendente vittoria del voto popolare nelle ultime politiche è giunto il momento di riannodare i fili della storia nazionale, senza odio e senza partigianeria. E in questa storia Bettino Craxi, con le sue intuizioni modernizzatrici, per la pacificazione, per lo sguardo al mondo arabo e mediterraneo e per le riforme istituzionali, in primis il presidenzialismo, merita un posto di rilievo.

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Gerardo Adami

Gerardo Adami su Barbadillo.it

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