La Consulta tedesca boccia il ricorso contro la Riforma del Mes: governo Meloni alla prova del nove

Fdi e Lega hanno sempre osteggiato il Meccanismo europeo di stabilità e adesso dovranno scegliere che fare in futuro

Il Mes

La Corte Costituzionale tedesca ha dato il via libera al Fondo Salva Stati, meglio conosciuto come Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) e ora la palla passa all’Italia.

La questione tedesca

I ricorrenti, sette deputati del Partito liberaldemocratico (Fdp), sostenevano che fosse necessaria una maggioranza dei due terzi affinché la procedura d’urgenza – stabilita dall’Accordo che modifica il Trattato Mes nell’ambito del sostegno comune – comportasse un trasferimento di poteri sovrani, nonché una modifica de facto del quadro normativo dell’Unione Europea in modo strutturalmente significativo.

L’Alta Corte sostanzialmente ha respinto il ricorso dei sette deputati perché non questi hanno spiegato in maniera esaustiva le violazioni dei diritti qualora fosse entrata in vigore la Riforma del Mes. Il presidente della Repubblica Federale Tedesca, Frank-Walter Steinmeier, a questo punto potrà firmare la legge. Tra l’altro sia il Bundestag che il Bundesrat hanno già dato, a maggioranza semplice, il proprio via libera.

Il ruolo dell’Italia

Tutti i riflettori adesso sono puntati su Roma. Già i governi di Giuseppe Conte (I e II) e Mario Draghi erano riusciti a sabotare sistematicamente ogni tentativo di ratifica del Mes. Il nostro Paese più volte è stato richiamato al rispetto degli impegni europei e questa volta, anche per bocca del Ministro dell’Economia Giorgetti, sembrerebbe orientato verso la ratifica. Nella stessa situazione, tuttavia, si trova la Croazia la quale entrerà a far parte nell’area euro proprio a partire dal 2023. Così come Roma, anche Zagabria, aveva rinviato la questione in attesa del parere della Corte di Karlsrühe. 

Il centrodestra di governo

Il governo a guida FdI si troverà ad affrontare quanto prima il rognoso tema del tanto discusso Fondo Salva Stati. Si tratta di un vero e proprio banco di prova per il partito di Giorgia Meloni poiché si troverà ad affrontare molteplici situazioni. Innanzitutto, le critiche provenienti dalle opposizioni le quali, da un lato solleveranno lo spauracchio dell’isolamento dell’Italia in Europa caso di mancata ratifica; dall’altro, in caso di ratifica, accuseranno Giorgia Meloni di non essere stata coerente con quanto dichiarato poco tempo prima quando si trovava tra le fila dell’opposizione. Da non sottovalutare poi le quinte colonne del centrodestra. Ci riferiamo in particolare ai cosiddetti “responsabili”. Insomma, l’ala governista più moderata e liberale – molto presente e trasversalmente radicata all’interno della maggioranza di governo – da sempre vicina alla linea ultra-europeista di Bruxelles. Dunque, ai patrioti al governo l’ultima parola! Nel frattempo staremo a vedere come e se anche questa volta il nostro martoriato Bel Paese riuscirà a dribblare in maniera definitiva il fantasma del Mes. 

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Francesco Marrara

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