Il declino dell’icona ecologista Greta

La svedesina ci aveva abituato alle sue filippiche sulle nefaste conseguenze del riscaldamento anomalo del globo

Greta Thunberg

Una ”pasionaria” non deve ispirare simpatia, la sua “missione” è andare dritta verso il traguardo, incurante di critica e dileggio. Quello che sta facendo Greta. La svedesina ci ha abituato alle sue filippiche, alla frusta dei suoi acuminati speech sulle nefaste conseguenze del riscaldamento anomalo del globo, (i fatti le danno ragione). C’è di bello che non si è montata la testa. Un tempo diceva: “Voglio che proviate il panico, che abbiate paura, la nostra casa è in fiamme. Abbiamo un anno per salvare il mondo”. Ora modera il linguaggio. Il suo presentarsi dimesso, quasi vergognoso non deve trarre in inganno, se fossimo nel ‘68 la troveresti sulle barricate insieme a Daniel Marc Cohn-Bendit, il rosso. Invece lei si “limita” a gridare agli adulti: “Vergognatevi, ci avete rubato speranza e futuro!” Si parla del Gretismo da lei ispirato, come di un movimento forgiato da un pensiero ribelle, non conforme, aggressivo e antisistema, che usa un linguaggio apocalittico inviso a molti, a cominciare da alcuni preti.

Don Alberto Zanier, ad esempio, vicario parrocchiale di Resia, la prende di mira. Prima tuona contro le parrocchiane scosciate, accusate di acconciarsi troppo disinvoltamente durante le funzioni religiose, poi attacca Greta Thunberg. Era il lontano maggio 2019 – Lo riporta la redazione di Udine to day:
Dalle colonne del bollettino parrocchiale il sacerdote la critica e si meraviglia del tanto clamore creatosi attorno alla fanciulla. “Ma sarà Greta Thunberg a salvare il mondo?” si interroga dubbioso nel suo editoriale parrocchiale, riflettendo che “a salvare il mondo” non saranno di certo Greta e le sue proposte, ma “la fede in Dio”. Senti un po’ cosa scrive Greta su: The Climate Book pubblicato da Allen Lane negli UK: “(…) Non possiamo vivere in modo sostenibile nel sistema economico di oggi. Eppure questo è ciò che ci viene costantemente detto che possiamo fare. Possiamo acquistare auto sostenibili, viaggiare su autostrade sostenibili, alimentate da petrolio sostenibile. Mangiare carne sostenibile e bere bibite sostenibili con bottiglie di plastica sostenibili. Acquistare fast fashion sostenibili e volare su aeroplani sostenibili utilizzando combustibili sostenibili. E, naturalmente, raggiungeremo anche i nostri obiettivi climatici sostenibili a breve e lungo termine, senza fare il minimo sforzo. I nostri cosiddetti leader pensano ancora di poter contrattare con la fisica e negoziare con la natura. Parlano ai fiori nel linguaggio dell’economia. “Come?” potresti chiedere. Come può essere possibile quando non disponiamo ancora di soluzioni tecniche che possano risolvere da soli questa crisi e l’opzione di smettere di fare le cose è inaccettabile dal nostro attuale punto di vista economico? Cosa faremo? Ebbene, la risposta è la stessa di sempre: imbrogliamo…Bruceremo alberi, foreste e biomasse, poiché queste sono state escluse dalle statistiche ufficiali…Anche se realizzassimo tutti i nostri piani d’azione per il clima, saremmo comunque nei guai. Lo zero netto entro il 2050 è semplicemente troppo poco, troppo tardi. La posta in gioco è troppo alta per noi per mettere il nostro destino nelle mani di tecnologie non sviluppate. Abbiamo bisogno di zero reali e di onestà…Ci stiamo avvicinando a un precipizio…Non lasciare che ci trascinino di un altro centimetro più vicino al bordo. Non un pollice. Proprio qui, proprio ora, è dove tracciamo la linea…”
Non ce l’hanno solo i preti con lei ma anche i big dell’auto. Il riscaldamento globale è infatti strettamente legato all’impiego di motori endotermici nell’industria automobilistica; il mugugno condiviso viene dall’alto ed emerge chiaro e netto, la perplessità di fondo è: l’auto elettrica risulterà davvero meno inquinante di quella a motore? Claudio Stellari su Red Live.it  del 28-01: “I CEO delle principali case automobilistiche manifestano perplessità nel passaggio verso l’auto elettrica entro il 2035, ritenuto costoso e persino controproducente per l’ambiente…Dopo il 2035 non sarà più possibile immatricolare auto a benzina, diesel, gpl, metano e ibride. Tutte le case hanno lanciato piani industriali per supportare la conversione dei siti produttivi e rendere totalmente elettrica la gamma di vetture entro il termine prefissato, alcune anche prima del tempo. Carlos Tavares (Stellantis): “L’auto elettrica è una scelta imposta dalla politica…una tecnologia scelta dai politici”…La critica di Tavares si concentra su due aspetti: i costi di produzione delle auto elettriche, superiori del 50% a quelli delle auto a motore termico, e il rischio di non ottenere benefici ambientali tangibili…L’aumento dei costi potrebbe avere anche pesanti ripercussioni sui consumatori: “Ci saranno conseguenze sociali e rischiamo di perdere la classe media, la quale non potrà più comprare auto”. Tutto questo non sarebbe controbilanciato da effettivi benefici per l’ambiente. “Tra dieci o quindici anni conosceremo anche i risultati reali dell’elettrificazione in termini di riduzione delle emissioni di gas serra. […]  Sulla stessa lunghezza d’onda Luca De Meo, CEO del Gruppo Renault, per il quale la politica non si è limitata a indicare la strada, ma dovrebbe…lasciare la libertà di manovra alle case automobilistiche; “la legislazione dovrebbe rispettare il principio della neutralità tecnologica, concentrandosi sugli obiettivi. Invece oggi questo dogma è venuto meno”.
Herbert Diess (Volkswagen): “L’addio alle auto endotermiche è impossibile”…per Diess il passaggio alle auto elettriche ha senso solo se l’energia per la ricarica delle batterie, per produrre le vetture e smaltire i componenti è totalmente rinnovabile.
Ancora un prete! Sembra che la categoria ce l’abbia con lei. Era il 15-10-2019 e un articolo di Giovanni Scarpa su La Provincia pavese titola:  “Quella ragazza è un pericolo per i giovani: il parroco anti-Greta di Casorate Primo contestato sul sagrato. Don Tarcisio tuona dal pulpito ma non tutti i fedeli condividono. Una parrocchiana va a messa col cartello di protesta: “Tenga per sé le sue opinioni”.

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Lorenzo Ferrara

Lorenzo Ferrara su Barbadillo.it

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