Questa sera a Polignano a Mare, alle 20,30, Arianna Lombardelli presenterà il suo romanzo, “L’equazione della colpa” al festival “Il libro possibile”.
Qui il dialogo tra Arianna Lombardelli e l’amica Daniela Piazza, attrice (“L’ultimo bacio” e “Baciami ancora” di Muccino; “La ragazza nella nebbia” di Carrisi).
ARIANNA: “Dani, ti sei mai nascosta?”
Daniela ride e porta le mani agli occhi, per coprirli.
DANIELA: “Pensa che al mio primo provino, una pubblicità per un succo di frutta, mi sono presentata come una persona che passava di lì. Le altre erano truccate, piene di bigiotteria vistosa. Io indossavo una camicia della Naj Oleari, avevo la permanente, jeans e scarpe da ginnastica bianche. Ho ottenuto la parte, capito? Io…io, l’unica ad avere la parte. Durante le prove-costume mi rifugiavo in un angolo, anche se ero la protagonista. Osservavo senza essere osservata (almeno così credevo). La costumista disse a mia madre: “A volte le persone che restano in un angolo sono le più evidenti… le noti subito”. Penso che questo sia il mio modo di essere: stare in un angolo, perché qualcuno… mi veda.”
ARIANNA: “Come ti nascondi restando evidente? Sulla scena, intendo”
DANIELA: “Il motivo per il quale ho scelto questo lavoro è che posso essere qualcun altro, e chi mi guarda vede un personaggio. In un personaggio puoi metterci qualsiasi cosa, anche quello che vorresti essere senza esserlo veramente”
ARIANNA: “Parli come Anna, la protagonista del mio romanzo. Saresti una Anna perfetta! Perché anche tu, come lei, scappi per vedere se c’è qualcuno pronto a rincorrerti. E diventa un gioco a nascondino. Il problema è che, quando ti nascondi troppo bene, gli altri ti lasciano lì e allora sei costretta a venir fuori. Provi a dire che hai vinto perché nessuno ti ha trovata, ma nel frattempo se ne sono andati via tutti. Perché ti nascondi così bene se vuoi essere trovata?
DANIELA: “Vorrei essere scoperta, più che trovata”
ARIANNA: “Anna, nel libro… ha dato la stessa risposta. Se gli altri fossero riusciti a scoprire il suo nascondiglio, avrebbero visto anche le sue ombre, e allora tutto sarebbe stato più facile”
DANIELA: “Sì, certo, perché vuoi che ti scoprano”
ARIANNA: “E se uscissimo da quel nascondiglio insieme? E se mettessimo in un film la mia scrittura e la tua recitazione? Saresti un’Anna perfetta, Dani!”
DANIELA: “E questa ero io ed era Anna. E tu? Tu, non Anna, tu, Arianna?”
ARIANNA: “Preferisco rimanere nascosta dentro le parole, è il migliore dei nascondigli. Trovarmi nelle cose che scrivo non è semplice: non basta leggere, occorre interpretare, varcare la porta del non detto. Il non detto è un luogo dove puoi nuotare nel mare dei silenzi, tra le pause di un pensiero e l’altro, ed è l’unico luogo che ti permettere di vincere a nascondino. L’evidenza non mi è mai piaciuta, la trovo volgare, sfrontata, scontata.