Eduard Limonov è stato un esteta armato, categoria ben definita dall’ambasciatore italiano Maurizio Serra per inquadrare letterati, artisti e intellettuali che unirono elaborazioni politiche con un impegno militante, non solo ideale, in prima linea.
Lo scrittore russo è dunque assimilabile a Gabriele d’Annunzio o Drieu La Rochelle: è divenuto celebre in Occidente e soprattutto in Italia per l’apprezzamento – giunto soprattutto da sinistra – della sua biografia scritta magnificamente da Emmanuel Carrere per Adelphi. In quel best seller brilla per il suo anticonformismo e per una vita vissuta pericolosamente tra New York, Parigi, le periferie dell’ex Urss, Mosca, San Pietroburgo e l’Eurasia. E’ raccontato come un fascista, un ribelle non allineato, che unisce Julius Evola e Lenin con poesia, milizia e patriottismo, giovanilismo e riflessioni sull’universo detentivo postsovietico.
Il saggio
Uno studioso controcorrente, Luca Bagatin, nel saggio “L’altra Russia di Eduard Limonov – I giovani proletari del nazionalbolscevismo”, edito da IlMioLibro IlMioLibro (acquistabile qui), con prefazione di Sandro Teti, descrive sia la genesi della formazione politica nazionalbolscevica fondata dallo scrittore russo con Aleksandr Dugin, sia il clima che circondava l’impegno politico nella Russia del tempo.
Accanto a Edicka si schierano skinhead, punk, musicisti (il chitarrista Egor Letov), scultori, vari artisti. Un’onda giovanile senza pari, che trova tra i Nazbol un luogo dove le sedi politiche diventano centro di contaminazione culturale per un socialismo nazionale immaginario, in una Russia alla ricerca di una dimensione non solo economica dopo la stagione convulsa terminata con la fine dell’era Eltsin. La bandiera dei Nazbol, la falce e martello in un cerchio bianco su sfondo rosso fece il suo esordio nel 1994 con Letov proprio ad un concerto nel Club delle Forze Armate, e durante la sua esibizione trasformò in chiave punk i classici inni sovietici…
Limonov in Occidente
Limonov in Occidente, in conclusione, resta una icona di ribellione al conformismo, il fascista che rinuncia alle mollezze borghesi concesse agli scrittori di successo (e in Italia il pensiero va subito ai soliti noti) per vivere in prima linea un patriottismo coraggioso e dare una casa politica alla gioventù disorientata per gli effetti collaterali del globalismo.
Il saggio di Bagatin offre spunti di approfondimento sugli scritti (anche grazie alla rivista Limonka) e le azioni dell’eretico russo, a condizione di non farne un poster da cameretta o di immaginare proposizioni pedisseque delle sue elaborazioni strettamente politiciste. Può diventare invece un pungolo per vivere in pieno il flusso del proprio tempo. Mettendosi in gioco, come ha fatto Limonov, vero d’Annunzio eurasiatico.
Dov’è che si può andare a vomitare?
È solo e sempre un bolscevico leninista di emme, altro che dannunziano ecc.
Salve, vi invito alla cancellazione o alla modifica dell’articolo da voi pubblicato in data odierna relativo al mio saggio su Limonov.
Il saggio di Nova Europa è stato ritirato dalla vendita (non avevo firmato al un contratto editoriale) e quello de Il Mio Libro ha un titolo diverso e nuovi contenuti.
Peraltro il mio saggio dimostra che Limonov non è affatto fascista, come da voi erroneamente scritto.
Cordiali saluti.
Luca Bagatin