Formula 1. In Turchia vince Valtteri Bottas

Finalmente libero dai vincoli, il finlandese fa la parte del leone e vince dominando, davanti alle Red Bull. Non va oltre il quinto posto la rimonta di Hamilton

E’ l’Istanbul Park di Tuzla, alla periferia della capitale turca, ad accogliere la sedicesima prova del Campionato di Formula 1 2021; le due Red Bull si presentano con una livrea celebrativa in omaggio al motorista Honda (che lascerà a fine anno): la livrea, che richiama lo storico colore “bianco” della squadra giapponese, era stata inizialmente pensata per Suzuka, salvo il Gran Premio del Giappone saltare per il secondo anno consecutivo.

Altre grandi novità in tema di motori: Sainz porta in pista la quarta (nonché ultima evoluzione) unità motrice stagionale e per questo è costretto al fondo della griglia; nel contempo, Hamilton opta per la sostituzione dell’ICE (il motore a combustione interna; quarto in stagione), vedendosi per questo comminata una penalizzazione di dieci posizioni sulla griglia.

 

Le prove libere

Nonostante la spada di Damocle delle dieci posizioni di penalità, Hamilton comincia forte la tre giorni in terra turca, prendendosi le FP1 (1’24”178) e le FP2 (1’23”804); le piovose FP3 di sabato mattina sono primeggiate dal sorprendente Gasly in 1’30”447.

 

Le qualifiche

Al sabato pomeriggio la pista si presenta fredda, il cielo plumbeo ma in ogni caso si comincia con gli pneumatici da asciutto, pur con tutte le difficoltà del caso nel mandarli in temperatura: Hamilton è primo sia nel Q1 che nel Q2 (rispettivamente in 1’24”585 e 1’23”082).

Nel Q3, dopo che il tracciato si era progressivamente gommato, pulito e velocizzato, fa capolino persino qualche timido raggio di sole: Lewis Hamilton, l’unico a completare tre run, farebbe segnare il miglior crono, in 1’22”868 ma la penalizzazione lo fa sprofondare in undicesima piazza, lasciando la prima fila a Bottas e Verstappen, con Leclerc terzo a dare lustro alla Ferrari.

La pole position va quindi a Valtteri Bottas: decisivo è il suo 1’22”998.

 

La gara

La pioggia arriva puntuale a dare il “benvenuto” al Gran Premio di Turchia; la gara viene dichiarata “bagnata”, senza obbligo di cambio gomme e tutti i venti partenti optano per le Intermedie.

Anche Ricciardo (16° in qualifica) decide per la sostituzione di diversi elementi dell’unità motrice, venendo retrocesso in fondo al gruppo, con Sainz che scala diciannovesimo.

Allo spegnimento delle luci Bottas, Verstappen e Leclerc mantengono le rispettive posizioni, mentre Alonso viene toccato da Gasly alla prima curva, va in testacoda e sprofonda nelle retrovie; il francese (cui verranno per questo comminati 5” di penalità) viene così passato da Perez.

Bottas in testa cerca di fare sin dal principio il ritmo; per questo, i più attivi si dimostrano Sainz e Hamilton: lo spagnolo, in seguito a numerosi sorpassi, entra in zona punti già al giro 13 e dopo quattro ulteriori passaggi è nono su Tsunoda; Hamilton, risalito nono nelle fasi iniziali, si issa in quinta posizione, passando Gasly, alla quattordicesima tornata, scavalcati in precedenza Tsunoda, Stroll e Norris.

In testa i battistrada proseguono regolari (Ricciardo, nelle retrovie, è il primo che “pitta”, ancora per le Intermedie), mentre l’unico in grado di dare lo strappo sembra essere Hamilton, che comincia a recuperare su Perez: al giro 34, l’inglese porta un primo attacco sull’alfiere della Red Bull, all’esterno della curva 12 ma “Checo” gli resiste strenuamente nel successivo richiamo delle curve 13 e 14, proteggendosi sfruttando la traiettoria interna e riguadagnando vantaggio alla prima staccata.

Il duello tra i due è prodromico alle numerose soste ai box: al giro 36 è il turno di Verstappen, (ancora Intermedie), così come nella medesima tornata si ferma anche Sainz (lo spagnolo, nonostante una sosta di ben 8”1 riuscirà ugualmente a scavalcare Stroll quando il canadese si fermerà tre giri dopo).

Vettel invece (sempre al 36) azzarda le gomme d’asciutto (medie) ma è una scelta che non paga e il tedesco, percorsa una unica tornata ricca di svarioni, tenendo con difficoltà la  vettura in strada, deve rifermarsi per adeguarsi alla tattica maggioritaria, tattica ovviamente scelta anche dal capofila Bottas e da Perez, sempre al giro 37, oltreché da Gasly (al 39).

Sainz continua nella sua rimonta e passato Stroll nel gioco dei cambi gomme, guadagna su Ocon l’ottava posizione al giro 46.

Gli unici che a quel punto, almeno tra i primi, sembrano poter optare per una tattica radicalmente diversa, sono Leclerc e Hamilton, risaliti (non essendosi ancora fermati), rispettivamente, in prima e quarta posizione: il sogno del monegasco dura poco; e infatti, al giro 47 Leclerc deve arrendersi all’affondo di Bottas che si riprende la testa alla curva prima, scegliendo a quel punto di montare le solite Intermedie a conclusione della stessa tornata.

Hamilton stesso, nonostante un animato conciliabolo col muretto (l’inglese avrebbe addirittura voluto rischiare le gomme slick, salvo vedersi imporre dallo stesso muretto una opzione maggiormente prudente), alla fine deve cambiare (è il giro 50), rientrando quinto davanti a Gasly; Perez, intanto, riprende e passa Leclerc, che stava soffrendo di graining, al giro 51, avviandosi verso un podio inaspettato.

Gli ultimi giri sono quelli del crollo di Hamilton che a quel punto, piuttosto che mirare a Leclerc deve guardarsi le spalle dal ricongiungimento di Gasly e Norris, compito alla fine riuscitogli, pur senza brillare: nei fatti, comunque, uno stint così lungo, senza poi davvero giocare il jolly della mescola da asciutto, non ha fatto altro che rallentare Leclerc e Hamilton, privandoli di un possibile piazzamento migliore.

 

Al termine delle cinquantotto tornate, la bandiera a scacchi saluta la netta affermazione di Valtteri Bottas, alla media di 203, 844 km/h: per il finlandese, che non vinceva dal Gran Premio di Russia 2020, arriva anche la soddisfazione  del punto per il giro più veloce, ottenuto con l’1’30”432 fatto segnare proprio nel giro conclusivo, a sugellare una domenica da vero dominatore.

A fargli compagnia, sul podio, Verstappen e Perez: se l’olandese si è limitato a controllare per tutto il Gran Premio, il messicano si è riscoperto coriaceo e indomito, grazie al puntuale sorpasso per conquistare la terza piazza, nonché all’arcigna difesa portata su Hamilton; una bella iniezione di fiducia, in vista dei venturi, caldissimi, eventi.

Gli altri punti iridati vanno a Leclerc, a Hamilton, Gasly, Norris, Carlos Sainz (che al di là di un inizio gara ricco di sorpassi, si è un po’ plafonato nella sezione centrale, pagando per di più lo scotto della lenta prima sosta ma è comunque stato eletto “Pilota del Giorno” col 25% delle preferenze), Stroll e Ocon (mai fermatosi ai box per l’intera durata del Gran Premio, un evento assolutamente inusuale, giacché era dal Gran Premio di Monaco del 1997 che un pilota non completava una gara senza mai fermarsi: in quell’occasione era stato Mika Salo a portare al quinto posto la propria Tyrrel, senza mai sostituire gli pneumatici o rifornire; va altresì ricordato che in quel caso la gara durò 62 giri, rispetto ai 78 previsti a causa del raggiungimento delle due ore).

La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, ad Austin, per il Gran Premio degli Stati Uniti d’America.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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