F1. Gp Stiria, cercarsi sfidanti per Red Bull e Verstappen

L’indiscusso successo dell’olandese non ha comunque azzerato i motivi di interesse della gara

Ancora una volta, tra i fatti e i misfatti dell’ultimo Gran Premio, va rimarcato senza stupore alcuno l’ennesimo successo schiacciante di Verstappen: la Red Bull in questo momento dispone, se non del dominio, almeno della supremazia tecnica; di contro, forse per la prima volta dall’inizio dell’era turbo ibrida (2014), la Mercedes non è più la principale forza in campo e sembra non soltanto dover rincorrere ma doverlo fare con delle armi che appaiono persino spuntate, nella fattispecie sia per quanto riguarda “i litigi” con gli pneumatici, sia a causa di un corpo vettura che genera più resistenza all’avanzamento, dovendo per ciò gli uomini di Stoccarda caricare maggiormente le ali e pagandolo in termini di velocità di punta.

Gli anglo-austriaci invece hanno ben figurato su tutti i circuiti, hanno sbagliato grossolanamente soltanto nella scelta tattica con Verstappen a Barcellona e soprattutto sembrerebbero aver estratto, grazie al lavoro sublime dei propri partner tecnici, un paio di conigli dal cilindro: voci di corridoio infatti, parlano di alcuni piccoli ritocchi effettuati dalla Honda sulla parte elettrica del motopropulsore, migliorie che avrebbe portato qualche cavallo in più, rimanendo pienamente nei margini dei regolamenti.

Il nuovo motore (il numero due della stagione) Honda RA621H fatto esordire in Francia si sarebbe segnalato alle prime rilevazioni per una differenza, rispetto al precedente usato fino a Baku, di 15 cavalli ma c’è di più: in effetti, sempre in Azerbaigian, la ExxonMobile ha introdotto l’ultimo modello del lubrificante Mobil 1, in grado di migliorare la pellicola protettiva che l’olio rilascia sulle parti metalliche, ottimizzandone la protezione, riducendo le possibilità di usura e gli attriti, con benefici anche in questo caso in termini di potenza e affidabilità; un’altra trovata stupefacente, se si pensa che siano stati usati non solo i classici elementi dell’industria chimica motoristica ma addirittura taluni componenti biologici (rimasti ovviamente segreti), patrimonio dell’industria cosmetica, i quali per di più sarebbero in grado financo di migliorare la dispersione del calore.

 

In Austria però, è magicamente risorta (se con questa colorita espressione volessimo comparare le prestazioni della Stiria con quelle del Paul Ricard) anche la Ferrari e non deve essere il doppiaggio subito da entrambi i piloti (la pista austriaca è composta di sole dieci curve ed è velocissima) a mettere in ombra la brillante condotta dei due alfieri di Maranello che hanno infiammato gli ultimi trenta giri, mentre in testa Verstappen procedeva sicuro e Hamilton limitava i danni proteggendo il gradino mediano del podio; che a Maranello avessero impostato il fine settimana pressoché esclusivamente in funzione della domenica non era un segreto, così come il fatto che su una pista “stop and go” veloce e senza grandi curvoni in appoggio, come quella austriaca, la tragedia francese sarebbe stata un ricordo, se non lontano, quantomeno ormai alle spalle, per cui di fronte al sesto posto di Sainz, partito dodicesimo e legittimato da un’eccellente gestione degli pneumatici, allungando al massimo il primo stint, c’è una generale soddisfazione verso un risultato massimizzato.

Al capitolo Leclerc invece (l’unico dei Ferraristi a provare al venerdì il nuovo fondo, previsto per Silverstone) resta in verità più di qualche rimpianto: il monegasco è arrivato sì settimo, ma senza la sosta non prevista effettuata al primo giro per cambiare l’ala danneggiata nel contatto con Gasly (a proposito, il francese dell’AlphaTauri avrebbe portato sicuramente punti pesantissimi a Faenza, vista anche la gara regolare di Tsunoda che ha artigliato un punticino e che in qualifica aveva ottenuto l’ottavo crono, salvo poi dover scontare la penalità di tre posizioni), probabilmente (anche se non ci sarà mai la controprova) se la sarebbe potuta giocare a pieno titolo con la McLaren di Norris, dal momento che tra le colline della Stria alla SF21 la velocità non mancava di certo e al netto delle evidenti lacune, la Rossa è tornata quantomeno a giocarsela con entrambe le punte, a differenza degli inglesi che hanno visto Ricciardo (13°) vivere un altro fine settima che definire deludente sarebbe eufemistico.

 

Sempre in tema di squadre leggendarie, la gara austriaca ha regalato una bella storia, a suo modo commovente: su un tracciato dai sorpassi in pista difficili,  George Russell con la Williams stava correndo magistralmente in ottava posizione e addirittura sembrava quasi in grado di poter ingaggiare un duello con Fernando Alonso (altra nota a margine, ennesimo arrivo a punti per il veterano spagnolo che ha tenuto alta la bandiera dell’Alpine), assaporando la grande impresa, fino quando alcuni problemi tecnici non lo hanno estromesso dalla corsa.

Un vero peccato, perché tutte le volte che il giovane pilota britannico, che era scattato addirittura dalla decima posizione, si ritrova a battagliare per la zona punti con la propria Williams, succede puntualmente qualcosa che gli nega questa soddisfazione.

Per Russell comunque, come per gli altri magnifici diciannove, l’occasione per riprovarci arriverà presto, visto che la domenica ventura su replica al Red Bull Ring, questa volta per il Gran Premio d’Austria.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

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