Alberto Fortis e le atmosfere del cuore. Quaranta anni dall’album ‘La grande grotta’

Sky celebra le canzoni dell'artista di Genova

Alberto Fortis

Pochi giorni fa, a Genova, gli dedicano un bar. Sky celebra, con un programma dedicato, la bellezza delle sue canzoni. Nel 1981, ed è anniversario, venne pubblicata ‘La grande grotta’, un album rappresentato da brani amatissimi  come ‘Settembre’ e ‘La neña del Salvador’.

Quaranta anni fa, quando il vento della Storia soffiava, la musica di ‘Settembre’ diceva tanto. Diceva la nostalgia, l’attesa, con un testo evocativo ricco di simboli. Attualmente, la discografia di Alberto Fortis ci conduce dentro una prospettiva, questa: l’arte è insieme anima e competenza. Così il nome di Fortis vuole dire ancora una differenza rispetto al cantautorato scontato, facile alle politicizzazioni, della fine degli anni Settanta o dell’inizio degli anni Ottanta.

Il cantautore elegante, voce da falsetto, ieri narrava storie di cuori. Oggi, nel caos dei linguaggi, suggerisce che il silenzio è dignità. Ciò è chiaro nella canzone del 2020, ‘Nyente da DiRe’ in cui bacchetta rapper improvvisati, il chiacchierio mediatico e la grancassa conformista. “È tempo di divi Iscariota dell’ovvio” canta Fortis. E lo fa da creatore di visioni, le visioni di mondi possibili, lui autore veggente, voce diversa nel panorama musicale odierno.

In un’intervista di qualche anno fa, rideva ricordando che egli era  ritenuto di Destra da quelli di Sinistra e di Sinistra da quelli di Destra. Proprio lui che non prese mai una tessera di partito! Ma questo adesso interessa poco. Qui, invece, ci piace rammentare l’artista delle atmosfere del cuore, l’interprete di noi stessi, alla faccia del  Vincenzo di turno, del potente di turno,  “troppo ladro per amare.”

Renato de Robertis

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