L’elenco degli errori è lungo: Leonardo da Vinci non ha ucciso nessuno (non è che gli sceneggiatori lo hanno scambiato per Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio?) ma lo fanno passare per l’assassino di Caterina da Cremona, personaggio mai esistito. Siccome in questa produzione internazionale (Italia, Usa, Francia, Gran Bretagna, Spagna), il testo è scritto da due autori Usa, Frank Spotnitz e Steve Thompson, almeno la supervisione avrebbero dovuta affidarla a esperti della vita di Leonardo. Sì, perché a parte la trasformazione in giallo della biografia del grande toscano, tutte le puntate sono disseminate di errori storici. Sono citate unità di misura che non esistevano alla fine del Quattrocento inizi del Cinquecento, ci sono personaggi che hanno un ruolo nella fiction ma che non sono mai esistiti; la bottega del Verrocchio pullulava di alcuni fra i maggiori geni della pittura mondiale e nessuno di loro viene mai citato, la miscelatura dei colori era la prima cosa che veniva insegnata ai giovanetti appena arrivati in bottega ma nella fiction la si mostra come una delle procedure più difficili, fatta solo dopo tanto tempo, quasi fosse un procedimento alchemico. Nel 1482 Leonardo si trasferì a Milano ma non fu Ludovico il Moro ad andare a Firenze per invitare Leonardo nella città lombarda; l’arresto di Leonardo e dell’omosessuale prostituto Saltarelli avvenne di notte e quindi sarebbero dovuti essere arrestati dagli Ufficiali della notte e non dalle Guardie del Bargello, non è vero che Piero da Vinci padre di Leonardo, nutriva antipatia per il figlio, risulta proprio il contrario. Luigi d’Orléans non tentò mai di avvelenare il piccolo Ludovico Sforza. E’ logico che per rendere più appetibile un film lo si deve un po’ romanzare, comprensibile, ma farne una storia che non ha nulla in comune con quella originale significa stravolgere, illustrare tutt’altro e usare il nome “Leonardo” solo per fini di puro marketing. Perdendo l’occasione di istruire, far conoscere, come negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso facevano molti sceneggiati a puntate della Rai.
A questo punto, ha senso chiamare “Leonardo” una serie che racconta tutt’altro?