Formula 1. Mercedes non è più sola al comando ma basta regole poco chiare

Cosa abbiamo imparato dalla prima gara del circus in Bahrain: il miglioramento del motore Honda riapre i giochi al vertice

È una Formula 1 che non ha deluso le aspettative, quella che ha inaugurato la propria stagione 2021: certo, le due squadre di vertice  hanno fatto letteralmente il vuoto, anche se, come forse mai avvenuto, quantomeno da tre anni a questa parte, non era Hamilton a disporre dell’auto migliore in assoluto.

Se poi aggiungiamo i tanti duelli che hanno coinvolto i diversi protagonisti e movimentato quelle fasi di gara che in testa erano più “tattiche” e di studio, seppur con il sempre centrale ruolo del DRS, nel complesso la domenica ha offerto uno spettacolo gradevole, dai più insospettato, anche perché fin dalle libere era stato comunque  Max Verstappen a dettare il passo, con una condotta autorevole, per la quale più di qualcuno aveva scorto nella pole di sabato il primo tassello di quella che per molti era una vittoria annunciata; eppure se è inappellabile che le gare finiscano sotto la bandiera a scacchi, l’inglese è stato grandioso nel mettere a sistema tutte le diverse variabili, riuscendo così a massimizzare le circostanze e a rimediare ad una tattica che invero non era apparsa eccellente, anticipata nettamente, forse fin troppo, la seconda fermata.

Certo, non sono mancate, né mancheranno le polemiche: il duro e chirurgico sorpasso di Verstappen al giro 53, portato all’esterno della curva 4, era al limite per le quattro gomme messe oltre la linea bianca, pratica che lo stesso Hamilton aveva reiterato in gara ma senza trarre alcun vantaggio (come spiegato a più riprese dal direttore di gara Michael Masi), e quindi l’annuncio del muretto austriaco di ridare la posizione, per quanto forse troppo zelante, non è apparso così peregrino, anche se ha indubbiamente cancellato quel clima da tregenda che si era venuto a creare.

Ciò che invece è inammissibile, ma questa è ormai una deriva che lo sport del motore ha ormai intrapreso da molti, troppi anni, è che si continui ad insistere sulle enormi vie di fuga in asfalto, stile pista di atterraggio, che oltre ad essere poco probanti, generano regole (quelle per l’appunto sui limiti da rispettare) oggetto ogni volta di una diversa interpretazione, fonte sicura di polemiche; a parziale discolpa della pista mediorientale, va anche detto che il tratto d’asfalto esterno alla curva 4 serve per raccordare la pista con il veloce tratto interno, usato dalla F1 nella seconda gara in Bahrein del 2021: resta il fatto che sia questa tendenza a preoccupare davvero.

In Red Bull comunque, al di là del rendimento di Verstappen, possono stare tranquilli: il  motore Honda nel complesso sembra molto migliorato, sia in termini di potenza che di prestazione e la sublime rimonta di Perez, issatosi in quinta posizione, dopo esser stato costretto a scattare dai box per il problema nel giro di allineamento e in rincorsa dopo ogni nuova sosta, ha dimostrato la validità del pacchetto.

La stessa Honda (che motorizza l’AlphaTauri) può ritenersi doppiamente soddisfatta, visto che ha pure riportato a punti un pilota giapponese, il primo dopo nove anni: in questa speciale classifica nipponica, il classe 2000 Yuki Tsunoda e il suo  sono nono posto, ottenuto a suon di sorpassi, sono succeduti a Kamui Kobayashi.

Tra le note positive, anche la Ferrari (meglio al sabato che alla domenica in verità), che al di là di un motore ancora da migliorare e un passo gara non eccellente, è quanto meno tornata a competere, almeno parzialmente con la McLaren e ben davanti ad Alpine e Aston Martin (le “vecchie” Racing Point e Renault), che nel 2020 sembravano irraggiungibili e che invece sono state la vera delusione del fine settimana; delle due, soltanto la squadra inglese ha preso punti, un punticino con Stroll, mentre Vettel (per quanto danneggiato da una prima sosta estremamente ritardata), pur avendo dimostrato a tratti una grinta per i più scomparsa, è alla fine rimasto coinvolto nella tamponata ad Ocon che gli è costata 10” di penalità; ritirato Alonso, che comunque aveva nettamente vinto già dal sabato il confronto interno diretto con lo stesso Ocon.

Vedremo se sulla pista di Imola, tra tre settimane, qualcuno oserà mettere in discussione il primato delle due squadre di testa: i presupposti per vivere una stagione nata sorprendentemente avvincente ci sono tutti, sperando che non vengano disattesi.

Lorenzo Proietti

Lorenzo Proietti su Barbadillo.it

Exit mobile version