Punto secondo: perché la sentenza ci dice tanto del sistema che verrà. Il giudice a Berlino esiste, sì, ma ci credono giusto i Travaglio, coloro che si limitano a guardare al verdetto come lo stolto il dito. Qui prodest, allora? Giova certamente ad una classe politica asettica, per bene, trasversalmente montiana: alla classe politica del futuro, senza radici nichilistico-utopiche, senza sindacati a cui dover rispondere, sacrificabile di anno in anno, se non di mese in mese. Una classe politica priva di “anomalie”, siano esse nazionali, imprenditoriali, mediatiche o populistiche. Una classe politica renziana, capace di fabbricare emozionalmente leader seriali ad ogni tornata elettorale. Giova insomma ad una classe dirigente definitivamente americanizzata, un po’ liberal, un po’ conservatrice.
Il buon Cav assomiglia così ad un vizioso Aldo Moro virtuale: ad un catto-libertino sequestrato per porre fine ad un compromesso storico rinnovato nel disperato tentativo di salvare una tradizione politica, quella della prima repubblica, quella del consociativismo, massacrata da sé stessa, dalla sua incapacità nel controbattere lo svuotamento di quelle prerogative tanto odiate dal sistema globale.
Perdono i Berlusconi, perdono i D’Alema, esempi ultimi, esempi da Kali-yuga sia chiaro, di una politica popolare troppo debole e vigliacca per uscire viva. Vincono gli amici di Soros, e tutti quelli che da tempo lavorano al definitivo allineamento anglosassone del nostro paese.
@barbadilloit